Recensione a cura della tirocinante Silvia Castellaneta
The normal heart è una pellicola emotivamente struggente, e particolarmente realistica che proietta sullo schermo la New York degli anni ’80, precisamente ambientata nel 1981, anno in cui si iniziò a diffondere sempre di più l’HIV. Ned Weeks, protagonista del film, è un ragazzo dichiaratamente omosessuale, che davanti ad una malattia che stava sempre più espandendosi nella comunità gay, e in particolare modo fra i suoi amici, decise di sensibilizzare sul tema, cercando di attirare l’attenzione di chiunque al fine di ricercare aiuto.
Il film, particolarmente commovente, vuole essere rappresentativo di uno scenario drammatico, ovvero la diffusione del virus dell’HIV, che portò alla morte di circa trentacinque milioni di persone.
Andando ad osservare storicamente la diffusione del virus, si può osservare che in letteratura la sindrome fu riportata ed osservata nel 1981, quando Michael Gottlieb, ricercatore dell’Università della California, scoprì in alcuni pazienti, tutti omosessuali, un virus che colpiva in maniera aggressiva, e debilitante il sistema immunitario.
Il virus si diffuse in maniera sempre più veloce, comportando anche numerosi morti, essendo sconosciute le modalità di trasmissione e contagio, e basandosi unicamente sui casi clinici in corso, si diffuse l’idea che questo fosse un raro cancro che colpisse unicamente gli omosessuali, contribuendo all’idea che fosse una malattia che potesse colpire unicamente le persone con tale orientamento sessuale.
Successivamente, grazie alle nuove ricerche condotte in merito, e l’emergere di numerosi casi clinici si potè approfondire la sintomatologia, e la trasmissibilità dell’HIV, facendo emergere che essa non era il “cancro dei gay”, in quanto anche numerose persone eterosessuali contrassero il virus. Nonostante tali dimostrazioni, e conoscenze, ancora oggi in parte è diffusa l’idea che le persone di orientamento eterosessuale, non contraggano l’HIV, o la si vede una sindrome distante storicamente, tale per cui attualmente è molto difficile che le persone possano andare a controllarsi per le malattie sessualmente trasmissibili, o utilizzino contraccettivi.
Al fine di fare chiarezza in merito, e sfatare numerosi tabù ancora oggi diffusi, è possibile osservare che l’HIV si trasmettere unicamente attraverso il sangue e i suoi derivati, lo sperma, le secrezioni vaginali e il latte materno, in persone che non seguano una terapia antiretrovirale efficace. La carica virale, infatti, è nulla quando la persona affetta dalla sindrome è trattata con farmaci che mantengono persistentemente la carica virale non rilevabile.
Le vie di trasmissione del virus dunque possono avvenire per via sessuale attraverso rapporti sessuali non protetti in maniera congrua (dunque senza l’utilizzo del profilattico, della PrEP – profilassi pre-esposizione o farmaci), per via ematica, o durante l’allattamento o il parto.
Sfatando falsi miti, è possibile osservare che : è possibile contrarre l’HIV solo da chi è già stato infettato, e non è seguito attraverso i farmaci. Inoltre, non si può contrarre toccando la persona infetta, ma solo entrando in contatto con le sostanze prima elencate, non si può trasmettere con la masturbazione reciproca, ma è utile nel caso si utilizzino sex toys, coprirli con un preservativo.
Inoltre, insetti ed animali non trasmettono il virus, in quanto ne sono portatori unicamente gli essere umani, e non si può trasmettere attraverso starnuti, sputi ecc, in quanto il virus non sopravvive all’aria, come non si trasmette attraverso cibo ed utensili da cucina, e non sopravvive alle superfici. Gli aghi nuovi o sterilizzati non possono trasmettere l’HIV, ma solo quelli utilizzati e, dunque, sporchi di sangue, per tale motivo i professionisti che fanno per lavoro tatuaggi e piercing, sono obbligati ad utilizzare sempre aghi nuovi per ogni cliente.
L’infezione, non può essere trasmessa attraverso i baci, ma bisogna fare attenzione durante il sesso orale, in quanto può essere considerato rischioso il momento in cui la persona presenti ferite aperte e sanguinanti nella zona genitale, o vi sia sanguineme nelle vie orali. Il rischio aumenta leggermente se la donna sieropositiva, durante il sesso orale abbia le mestruazioni, o se la donna ingerisce lo sperma dell’uomo sieropositivo.
In conclusione, è possibile sfatare il mito che sia un virus che colpisca solo gli omosessuali, in quanto non è così, ed occorre sottolineare nuovamente come, se trattate, le persone con HIV, possano vivere una vita longeva e buona, non rinunciando al piacere sessuale.
Sitografia:
https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2017/11/30/-aids-una-guerra-con-44mila-morti-in-italia-dal-1982_ad6605b2-e40a-4ad9-9f28-c61c25a180a0.html
https://www.epicentro.iss.it/aids/storia
https://www.salute.gov.it/portale/hiv/dettaglioContenutiHIV.jsp?lingua=italiano&id=5210&area=aids&menu=vuoto
https://www.helpaids.it/falsimiti