La sessuologia è una disciplina complessa che include, al suo interno, diverse altre discipline: ginecologia, andrologia, endocrinologia, psicologia, etc.; questo perché per cogliere la sessualità umana è necessario un approccio che tenga conto di tutto quello che la influenza.
La sessuologia medica si occupa proprio della componente più organica, e talvolta si trova ad affrontare particolari condizioni di emergenza.
Le emergenze che più frequentemente riguardano il sesso maschile sono la frattura e lo strangolamento del pene, il priapismo, fimosi.
Il pene non è un osso, dunque quando si parla di frattura del pene ci si riferisce alla frattura della tunica albuginea (strato di tessuto connettivo che ricopre il pene ed i testicoli) e dei sottostanti corpi cavernosi.
Questa condizione si può verificare come conseguenza di incidenti durante il coito, o di particolari posizioni sessuali che implicano rischio di lesione (ad esempio, il sesso in doccia per quanto piacevole possa essere, espone al rischio di scivolare), e talvolta le responsabili sono pratiche sessuali in cui il pene eretto viene piegato. Altre cause sono il cadere sul pene eretto, oppure battere il pene contro qualcosa.
L’unico trattamento possibile è un intervento chirurgico, al quale seguono dei giorni di convalescenza e medicazioni. Nonostante sia possibile che l’intervento lasci pochi segni, fibrosi, curvature peniene anomale e disfunzione erettile possono verificarsi come conseguenza dell’intervento stesso.
Lo strangolamento del pene è ancora più raro: si verifica quando un oggetto come un anello metallico, un profilattico, talvolta anche capelli lunghi avvolti intorno al pene creano un restringimento, ostacolano il flusso sanguigno interrompendolo. Se questa condizione si protrae a lungo si possono osservare ulcere cutanee, fistole uretrali, ridotta sensibilità ma anche necrosi ischemica (morte dei tessuti a causa di assenza di ossigeno) e cancrena. In questi casi non c’è un protocollo da seguire, ma ogni situazione necessita di un diverso intervento.
Il priapismo, come definito dall’AUA, l’Associazione Urologica Americana nel 2003, è un’erezione costante e anormale che dura più di quattro ore e non è connessa ad attività sessuale. Se ne distinguono tre tipi:
● Nel priapismo ischemico, o veno-occlusivo, si ha un ridotto flusso sanguigno nei corpi cavernosi che causa condizione di apossia (mancanza di ossigeno), ipercapnia (eccesso di diossido di carbonio), acidosi. La causa è una mancanza di equilibrio tra vasocostrittori e vasodilatatori che altera il flusso dei vasi sanguigni. In questo caso oltre a ridurre il dolore, è necessario ripristinare il prima possibile il flusso sanguigno.
● Il priapismo ricorrente è una variante del precedente. Ciò che cambia è la ricorrenza con cui si manifesta, e di solito è dovuto a condizioni mediche come emoglobinopatie. Se il primo passo è ripristinare il corretto flusso sanguigno, il successivo è comprendere quale condizione medica è causa della sua alterazione.
● Quando il flusso sanguigno arterioso è più intenso del dovuto, si parla di priapismo non-ischemico o arteriale.
In questo caso a causare la tumescenza è la quantità di sangue nei corpi cavernosi che non defluisce appropriatamente e il risultato è che non c’è ricambio di sangue, dunque non vi è ossigenazione. Nel 62% dei casi questa forma di priapismo va incontro a spontanea risoluzione; mentre nei casi più gravi si interviene chirurgicamente.
Nel priapismo ripristinare il corretto flusso sanguigno è necessario perché in caso contrario il danno ai tessuti potrebbe essere tale da impedire un’adeguata funzionalità erettile, causando importanti disagi a livello sessuale e relazionale.
L’ultima condizione è la fimosi: una condizione in cui si ha un restringimento del prepuzio che non può essere fatto scivolare sul glande. In altri casi il restringimento del prepuzio si ha quando questo è parzialmente retratto e non può ricoprire il glande. Questa condizione può interferire con l’attività sessuale, la minzione e aumentare il rischio di infezioni, motivo per cui necessita di trattamento. Se soluzioni topiche a base di corticosteroidi possono ridurre l’infiammazione e il gonfiore causati dalla fimosi, l’unica soluzione definitiva è la circoncisione.
Tutte queste delicate condizioni possono interferire con la vita sessuale del soggetto; essendo di natura organica di solito risolvendo il problema la sessualità può di nuovo essere sperimentata con serenità.
Tutor: Maurizio Leuzzi
Tirocinante: Valeria Manni
Bibliografia
Kirana, P.S., Tripodi F., Reisman Y., Porst H. (Eds.) The ESSM EFS and ESSM Syllabus of Clinical Sexol-ogy. MEDIX Pub., Amsterdam, 2013.