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Recensione a cura della tirocinante Marily D’avolio

 

“Hysteria” del 2011, diretto da Tanya Wexler, è ambientato nella Londra del XIX secolo, durante l’epoca Vittoriana. Il film segue Mortimer Granville, un medico innovativo alla ricerca di un impiego stabile. Dopo vari cambi di lavoro a causa delle sue teorie mediche avanzate, viene assunto dal dottor Dalrymple, specializzato nel trattamento dell’isteria femminile. Granville inizia a praticare massaggi manuali estenuanti per trattare i sintomi, ma inizia a soffrire di dolori fisici. Nel frattempo, si innamora di Emily, la giovane figlia del suo datore di lavoro, rappresentata come una donna perfetta, mentre sua sorella Charlotte è un’attivista critica nei confronti del padre e difende i diritti delle donne.

Granville, alla ricerca di alternative meno faticose, collabora con un amico inventore per creare un dispositivo automatico, il vibratore medico, che rivoluziona il trattamento dell’isteria e diventa un successo commerciale. Il film mescola elementi di commedia romantica, critica sociale e riflessioni sulla medicina dell’epoca, offrendo una rappresentazione umoristica e leggera della creazione del vibratore medico e delle dinamiche sociali nella società vittoriana.

Sebbene ‘Hysteria’ possa avere un tono leggero, non bisogna lasciarsi ingannare: sotto la superficie c’è molto di più da scoprire. Infatti, durante l’epoca vittoriana, la società britannica era profondamente dominata dagli uomini. Le strutture sociali e familiari ruotavano attorno alla figura maschile, detentrice del potere politico, economico e sociale. Le donne erano vincolate da rigide norme sociali e culturali, limitando il loro ruolo e comportamento; esisteva un’idealizzazione della donna come figura angelicata, attribuendole virtù come purezza, modestia e dedizione alla famiglia, ruolo cruciale nelle rigide norme sociali dell’epoca.

La donna vittoriana doveva incarnare il pilastro della morale familiare, concentrata sulla cura della casa, nell’educazione dei figli e nel sostegno al marito. La moda rifletteva questa modestia, imponendo gonne lunghe e corsetti stretti, mentre l’accesso all’istruzione e a certe attività fisiche era limitato, considerato inappropriato per il presunto stato “fragile” delle donne.

La partecipazione politica era proibita, così come il diritto di voto: il concetto di “sottomissione coniugale” conferiva ai mariti un controllo legale e sociale significativo sulla vita e la sessualità delle mogli, sottolineando la subordinazione femminile.
Questo contesto di dominio maschile ha contribuito a reprimere la sessualità femminile, nascondendo il controllo sociale dietro maschere mediche e sociali, perpetuando un’idea distorta della sessualità e del ruolo della donna nella società vittoriana.

Le donne che osavano sfidare queste norme o cercavano autonomia venivano spesso etichettate come isteriche. Secondo il Corpus Hippocraticum, attribuito a Ippocrate nel IV secolo a.C., l’isteria deriva dal termine greco per “utero” e considera l’utero come causa di molte malattie femminili. Questa prospettiva medica sosteneva che l’utero, considerato un organo cavo, assorbisse liquidi in eccesso, espulsi come mestruazioni. Il ciclo mestruale indicava un’instabilità femminile e la mancanza di equilibrio, con la gravidanza vista come stato di perfetto equilibrio poiché tutti i liquidi in eccesso venivano utilizzati per il feto.

Ippocrate collegava l’isteria alla mancanza di attività sessuale, ritenendo che il coito riequilibrasse l’umidità dell’utero. Interruzioni di questo equilibrio causavano problemi come il dolore e la “soffocazione isterica”, descritta come sensazione di soffocamento e confusione mentale, associata principalmente a donne senza rapporti sessuali o anziane. Tale diagnosi serviva a controllare la sessualità femminile, mascherando tale controllo dietro una supposta necessità medica. La sessualità femminile, soprattutto il desiderio e l’orgasmo, veniva considerata problematica o patologica, contribuendo a perpetuare l’idea che fosse innaturale. Le donne venivano dipinte come sessualmente passive, ignorando o negando il piacere femminile, e molte erano inconsapevoli dei propri desideri e del proprio corpo.

La natura femminile è stata studiata e definita da principi e poteri esclusivamente maschili e per conseguenza maschilisti, che hanno generato norme sociali e morali e creato il ruolo di subordinazione della donna. L’isteria è stata uno strumento di potere per radicalizzare l’inferiorità intellettuale, fisica e morale della donna, essenzialmente per rinchiuderla, controllarla e renderla malata a prescindere. Per secoli è stato più comodo dire “isterica” anziché indagare la complessità della psiche femminile. Questo atteggiamento non è superato, oggi assume forme nuove e più sofisticate: tutt’ora i medici sono inclini a descrivere il dolore nella donna con aggettivi come: “emotivo, di origine psicologica, isterico”.

La diretta conseguenza è che agli uomini viene chiesto di elencare i sintomi fisici, alle donne di vedere lo psicologo o lo psichiatra. La storia dell’isteria dice tanto sul modo in cui da sempre viene considerata la sessualità femminile e di quanto di questo retaggio culturale ci portiamo dietro ancora oggi, in primo luogo ribadisce che piacere e desiderio per la scienza non esistevano fino al XX secolo, tanto da tirare in ballo la follia e che in molte culture attuali, come nell’isolata comunità di Inis Beag, al largo delle coste irlandesi, le rigide regole sociali hanno generato una delle società più sessualmente represse al mondo: le donne non venivano istruite sulla fisiologia dei loro corpi, inclusi argomenti come le mestruazioni e la menopausa e l’orgasmo femminile, o non era considerato esistente o era visto come qualcosa di deviante, senza alcuna rilevanza nella concezione sessuale di questa comunità.

Per molto tempo, il piacere femminile era considerato un tabù. Etichettare è un modo per tenere a freno le donne, controllarle, condizionarle, considerate corpi di carne destinate al desiderio maschile, le femmine erano educate a non avere desideri sessuali e a rendere felici i loro mariti, diventando brave mogli e madri.

 

Riferimenti:
• https://quimamme.corriere.it/sessuologia/pratiche-sessuali-insolite-storia
• https://www.pannunziomagazine.it/hysteria-le-donne-e-il-loro-feminino-di-mara-antonaccio/
• https://www.film.it/recensione/art/hysteria-la-nostra-recensione-5824/
• https://www.spiweb.it/la-cura/isteria-g-zontini/

 

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