La Grave Cerebrolesione Acquisita (GCA) è una condizione traumatica o di altra natura (es. ischemica) caratterizzata dall’evoluzione di un quadro clinico di coma, in genere di durata superiore alle 24 ore, e/o dal coesistere di gravi menomazioni senso-motorie, cognitive e comportamentali.
Nei pazienti che presentano GCA ci sono tre fasi principali che individuano l’andamento e l’evoluzione del quadro patologico: la fase acuta è quella in cui si rende necessario il tempestivo ricovero ospedaliero per trattamenti rianimatori e neurochirurgici. Successivamente inizia la fase riabilitativa, dove il paziente è sottoposto ad interventi di tipo intensivo (fisioterapia, logopedia, psicoterapia) che vengono effettuati sempre durante il ricovero ospedaliero. L’ultimo step riguarda la fase del reinserimento, in cui i pazienti vengono aiutati e supportati per essere reintegrati (dopo l’ospedalizzazione) nei contesti familiari, lavorativi e sociali di cui fanno parte. Nella maggior parte dei casi in questi pazienti permangono menomazioni e disabilità persistenti che rendono difficile tornare “ad una vita normale” senza interventi di carattere sanitario e sociale a lungo termine.
Lavorare con tali pazienti, e con le relative problematiche della loro condizione, rende necessari interventi che si servano di un approccio multidisciplinare e interdisciplinare che consideri tutti i fattori che influiscono sulla loro condizione di salute, secondo una prospettiva bio-psico-sociale.
La riabilitazione quindi avviene a livello cognitivo, psico-motorio, linguistico e comportamentale, ma anche nell’aspetto relazionale dei pazienti con i caregiver e i familiari, favorendo e facilitando il reinserimento sociale post trauma.
Quando si interviene in ambito riabilitativo, è comune che un aspetto importante come quello legato alla sessualità non venga da subito preso in considerazione; eppure la salute sessuale, definita come “uno stato di benessere fisico, mentale e sociale in relazione alla sessualità” (Glasier et al., 2006; WHO, 2006) è una delle principali funzioni che può essere compromessa in seguito a GCA ed infatti, dagli studi, è stato rilevato un sostanziale peggioramento nel funzionamento sessuale (Kreutzer e Zasler, 1989).
Si riscontra una generale insoddisfazione rispetto alla propria sessualità che si declina in disfunzioni a livello di calo libidico, ridotta eccitazione, disfunzione erettile e/o difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Non è scontato che questi pazienti presentino una scarsa autostima dovuta alla propria condizione: anche una parziale disabilità a livello psico-fisico può influire su una percezione positiva dell’immagine corporea e del proprio sex-appeal. Questi fattori possono facilmente riversarsi nella relazione di coppia, anche e soprattutto, a livello sessuale. È comune, quindi, che ci sia una riduzione della frequenza dei rapporti, così come un’incapacità di soddisfare sessualmente il proprio partner.
Per questo, sebbene la maggior parte degli studi abbia valutato la sessualità dalla prospettiva del paziente, sono state svolte delle ricerche che hanno analizzato le disfunzioni sessuali (in seguito a GCA) anche dal punto di vista della coppia.
Uno dei cambiamenti significativi nelle relazioni dei pazienti con GCA è infatti la riconfigurazione di un ruolo diverso all’interno della coppia. Ad esempio, spesso le mogli riportano la sensazione di sentirsi in una relazione del tipo genitore/bambino rispetto al proprio partner, anziché in una normale rapporto moglie/marito, come nel passato. Nei pazienti con GCA solitamente è fortemente compromessa l’auto-consapevolezza. Un deficit in tal senso non permette al paziente di identificare attivamente, elaborare e immagazzinare le informazioni relative al proprio sé o di valutare le conseguenze del danno neurologico. Ad esempio può non essere in grado di descrivere in maniera attendibile le proprie abilità o i propri disturbi emozionali, specialmente nel caso di problemi della sfera sessuale successivi al trauma (Simpson & Baguley, 2012).
Tirocinante: Laura Dell’Osso
Tutor: Maurizio Leuzzi
Bibliografia
Kreutzer, JS, & Zasler, ND (1989). Conseguenze psicosessuali del trauma cranico: metodologia e risultati preliminari. Brain Injury , 3 (2), 177-186.
Sandel, ME, Williams, KS, Dellapietra, L., & Derogatis, LR (1996). Funzionamento sessuale dopo trauma cranico. Brain Injury , 10 (10), 719-728.
Simpson, GK e Baguley, IJ (2012). Prevalenza, correlazioni, meccanismi e trattamento dei problemi di salute sessuale dopo trauma cranico: una revisione sistematica. Critical Reviews™ in Physical and Rehabilitation Medicine , 24 (1-2).