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Che il sesso fosse vissuto in maniera libera già nell’antichità non è una scoperta ed uno dei sex toys maggiormente utilizzati era il Dildo, volto a soddisfare le necessità delle donne.

La nascita del primo Dildo risale a circa 28.000 anni fa, nell’era Paleolitica, ritrovato sepolto in una caverna di Hohle Fels, in Germania. Si tratta di un fallo di pietra avente 19,2 cm di altezza e 2,8 cm di larghezza. Nell’antichità tale oggetto veniva riconosciuto come la rappresentazione più rara del sesso maschile: infatti, i simboli sessuali femminili erano più frequenti. Il suo scopo non era solo dare piacere in quanto oggetto lungo e affusolato e privo di motorino (differentemente dagli attuali vibratori), ma era utilizzato per scheggiare le selci e utilizzato all’interno dei rituali come simbolo di fertilità maschile per augurare prosperità alla famiglia.

Successivamente, nell’Antica Grecia, le donne si intrattenevano sessualmente con “l’olisbos”, in greco olisbein che significa “infilarsi, scivolare dentro”. L’olisbos era un fallo artificiale di quasi 15 cm, con l’interno in legno foderato in pelle o in cuoio bollito. Veniva utilizzato dalle donne greche per masturbarsi o utilizzato nei giochi lesbici. Fabbricato nella città di Mileto, dove si diceva ci fosse un gran utilizzo da parte delle cittadine definite “tribadi e impudiche”. Dell’olisbos ve ne erano diversi tipi, ma il principale e meno costoso era “l’olisbokollix”, ovvero il dildo-grissino “fai da te” su misura, fatto di pasta di pane. Tipicamente in quell’epoca il lubrificante maggiormente utilizzato era l’olio di oliva.

Secondo una leggenda, invece, la prima donna al mondo che fece uso di un dildo, nel I secolo a.C., fu Cleopatra: si pensava che la regina facesse utilizzo di una zucca vuota riempita di api ronzanti.
Diversamente, in Cina, il dildo veniva utilizzato come mezzo di controllo delle mogli di uomini di alto rango: l’uomo poteva avere più mogli, e per assicurarsi la loro fedeltà, il marito regalava loro degli strumenti di piacere al fine così di soddisfare le proprie necessità. Ciò era possibile in quanto, secondo la medicina tradizionale cinese, la masturbazione veniva considerata come un aspetto innocuo per la donna, sconsigliato invece per l’uomo in quanto vi era il timore, che oltre al seme, si disperdesse l’energia. Da parte dell’India e della Persia, invece, il dildo veniva usato per rompere l’imene delle giovani ragazze vergini, in quanto i mariti non potevano sporcare il proprio pene con il sangue, considerato impuro.

Con il passare degli anni nacque nel Settecento il vibratore: strumento terapeutico per la cura contro l’isteria. Tale patologia era considerata essere strettamente femminile, dal greco “hystéra” ovvero utero, caratterizzata da sintomi che variano dall’irritabilità alle amnesie temporanee, dall’ansia cronica alla pesantezza addominale. Le cure del tempo considerate efficaci andavano dal matrimonio (e quindi un’alta attività sessuale) all’utilizzo dell’oppio, fino ad arrivare al “massaggio pelvico”, ovvero la masturbazione. Dal momento, però, che quest’ultima cura richiedeva grande fatica ai medici, venne introdotto il primo oggetto di forma fallica vibrante, pensato proprio per la stimolazione clitoridea. Nel 1734, in Francia, fu inventato il primo vibratore: “Tremoussoir”, con l’aspetto di un attrezzo da lavoro, che funzionava con un difficile meccanismo a molla. Successivamente nel 1883 Granville inventò il vibratore elettromeccanico e nel 1889 fu creato il primo vibratore a batteria; sino ad arrivare nel 1902 in cui il vibratore venne pubblicizzato come uno strumento domestico che qualsiasi donna poteva acquistare per la propria salute.

 

Tutor: Fabiana Salucci
Tirocinante: Ilaria Rechichi

 

Sitografia:

http://www.laraldo.info/2019062008504698-DAL+PALEOLITICO+AI+GIORNI+NOSTRI+LA+STORIA+DEI+SEX+TOYS.html

https://it.quora.com/Cosera-un-olisbo-nellantica-Grecia

https://www.focus.it/comportamento/sessualita/10-cose-che-forse-non-sai-su-vibratori-e-sex-toy

 

 

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