Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è una condizione caratterizzata dalla presenza di pensieri intrusivi (ossessioni) e comportamenti ripetitivi (compulsioni). Tra le possibili manifestazioni ossessive vi sono anche quelle di natura sessuale, le quali possono includere pensieri intrusivi riguardanti il tradimento, l’HIV/AIDS, la pedofilia, l’incesto, o il proprio orientamento sessuale (Allely & Pickard, 2024).
In passato, si riteneva che le preoccupazioni legate all’orientamento sessuale nel disturbo ossessivo-compulsivo riguardassero esclusivamente individui eterosessuali che sperimentavano pensieri e impulsi indesiderati relativi a un orientamento omosessuale o bisessuale. Di conseguenza, questo tipo di DOC era inizialmente definito “DOC omosessuale” (H-OCD). Oggi, tuttavia, è ampiamente riconosciuto che tale disturbo possa interessare persone di qualsiasi orientamento sessuale, comprese quelle appartenenti alla comunità LGBTQ+, come dimostrato da studi come quelli di Williams e Ching (2016).
Per riflettere la maggiore inclusività, il termine è stato aggiornato a “DOC da orientamento sessuale” (SO-OCD).
Il disturbo ossessivo-compulsivo da orientamento sessuale (SO-OCD) è dunque una forma di OCD in cui l’ossessione principale ruota intorno all’orientamento sessuale della persona, portando chi ne soffre a mettere in dubbio la propria identità sessuale.
Tra le varie compulsioni che le persone affette da SO-OCD possono mettere in atto vi sono: il monitoraggio del proprio corpo per rilevare segni di eccitazione, la ricerca di conferme personali o rassicurazioni da parte di altri riguardo al proprio orientamento sessuale, e la revisione mentale delle interazioni passate con individui dello stesso sesso. Inoltre, possono evitare stimoli legati al mondo LGBTQ+ (come programmi televisivi) o situazioni che potrebbero scatenare le loro ossessioni, come spogliatoi o interazioni con membri della comunità, mantenendo anche una certa distanza fisica da persone dello stesso sesso.
Altre compulsioni possono includere il confronto delle proprie reazioni fisiologiche rispetto a contenuti pornografici eterosessuali e LGBTQ+. Ad esempio, un uomo eterosessuale potrebbe guardare filmati pornografici omosessuali per verificare se ne è attratto, monitorando il proprio pene per eventuali segni di eccitazione. Analogamente, una donna eterosessuale potrebbe visionare pornografia lesbo. Tuttavia, queste attività forniscono solo una rassicurazione temporanea, e spesso sono seguite da pensieri ossessivi che fanno sorgere nuovamente dubbi (Allely & Pickard, 2024).
I dati sulla prevalenza di questo disturbo sono incerti, probabilmente a causa di una significativa sottostima. I pensieri ossessivi associati al SO-OCD vengono frequentemente confusi con normali crisi di identità sessuale, cosa che rende cruciale la distinzione tra questo disturbo e una fase di esplorazione dell’orientamento. Mentre una persona che sta esplorando la propria sessualità può sentirsi incerta ma curiosa, chi soffre di SO-OCD vive una paura debilitante e persistente, accompagnata da un costante bisogno di rassicurazioni. I pensieri intrusivi sono percepiti come invadenti e non voluti, e il tentativo di risolvere l’incertezza non fa altro che aumentare l’ansia.
Esistono diversi trattamenti efficaci per il SO-OCD, per esempio la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare, la tecnica di esposizione e prevenzione della risposta (ERP) che consente ai pazienti di confrontarsi gradualmente con i loro pensieri ossessivi senza ricorrere a comportamenti compulsivi, riducendo così l’ansia associata. Un altro approccio terapeutico è quello della psicoeducazione, che, nel caso del SO-OCD, riguarda soprattutto questioni legate alla comunità LGBTQ+.
Sebbene il disturbo ossessivo-compulsivo da orientamento sessuale (SO-OCD) sia relativamente comune tra le persone affette da DOC, esso è spesso soggetto a fraintendimenti sia da parte dei clinici che dei pazienti. Questo evidenzia la necessità di un’adeguata formazione e sensibilizzazione, poiché molti non sono nemmeno a conoscenza dell’esistenza di questa condizione. Le ossessioni degli individui affetti possono essere interpretate dai professionisti della salute mentale come fantasie o desideri, e non è raro che i pazienti vengano diagnosticati erroneamente con ansia o depressione dovute a conflitti di identità sessuale. Le ossessioni o le compulsioni possono essere confuse con ruminazioni depressive, portando a trattamenti inadeguati e inefficaci.
Tirocinante: Giorgia Affuso
Tutor: Maurizio Leuzzi
Bibliografia
-Allely, C. S., & Pickard, M. (2024). A systematic scoping review of the literature on sexual orientation obsessive compulsive disorder (SOOCD): Important clinical considerations and recommendations. Psychiatry research, 342, 116198. Advance online publication.
-Williams, M. T., & et al. (2016). Transgender anxiety, cultural issues, and cannabis in obsessive-compulsive disorder. AACE Clinical Case Reports, 2(3), e276-e277.
-Williams, M. T., Crozier, M., & Powers, M. (2011). Treatment of sexual-orientation obsessions in obsessive-compulsive disorder using exposure and ritual prevention. Clinical Case Studies, 10(1), 53–66.