La sessualità è da sempre un tema delicato, spesso avvolto da tabù e imbarazzo. È percepita come una dimensione fondamentale della vita di ogni individuo, eppure trattata come qualcosa di cui “non si dovrebbe parlare”, quasi relegata al confine dei normali vissuti esperienziali. Desideri, istinti, orientamenti e modalità di approcciarsi alla sessualità rimangono, per molti, argomenti da evitare, soprattutto in ambiti familiari o educativi.
A livello pubblico, negli ultimi anni, si è assistito a una crescente apertura grazie al contributo di esperti, medici e sessuologi che, attraverso i media e i social network, affrontano il tema da una prospettiva scientifica ed educativa. L’obiettivo è quello di promuovere la consapevolezza su aspetti fondamentali come le pratiche sessuali sicure, le infezioni sessualmente trasmissibili, l’orientamento sessuale, il consenso, e il benessere sessuale (sia nella coppia sia nella sfera individuale), tramite modalità psicoeducative.
Tuttavia, in contesti più privati, come quelli familiari o relazionali, affrontare la sessualità continua ad essere fonte di imbarazzo se si tratta di parlare delle proprie esperienze. Le persone possono sentirsi più a loro agio nel confidarsi con gli amici o con il partner, ma quando si tratta del dialogo tra genitori e figli, prevalgono vergogna, silenzi e incomprensioni.
Proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Ascolto, Durex Italia ha condotto uno studio per sottolineare l’importanza del dialogo genitori-figli in tema di sessualità e affettività. Sono stati resi pubblici i risultati della settima edizione dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità”, una ricerca realizzata in collaborazione con Skuola.net, su un campione di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni.
I dati emersi offrono uno spaccato significativo: l’approccio dei giovani al sesso avviene in età sempre più precoce, mentre l’educazione sessuale in famiglia rimane largamente carente. Il 47% dei giovani dichiara di non sentirsi a proprio agio nel parlare di sessualità con i genitori, il 32,4% non ne sente la necessità e il 15,1% afferma che in casa l’argomento è ancora considerato un tabù.
Ma se i genitori sono responsabili della crescita emotiva, dell’educazione e della trasmissione di valori morali, perché la sessualità viene spesso tralasciata? Le motivazioni possono essere molteplici: il retaggio culturale che la considera un tema “sconveniente”, la mancanza di strumenti adeguati per affrontarlo o, semplicemente, l’imbarazzo personale. Non sorprende quindi che quasi un genitore su tre riferisca di non aver mai ricevuto domande dai propri figli su questo argomento, mentre il 19% prova sentimenti negativi come smarrimento, paura o vergogna nel momento in cui si presenta l’occasione di parlarne.
Nel frattempo, più della metà dei giovani (55,3%) cerca informazioni e chiarimenti su Internet. Solo il 6,9% riesce a vivere un confronto autentico e costruttivo con i propri genitori. Questo scenario evidenzia una doppia criticità: da un lato la mancanza di educazione sessuale formale e familiare, dall’altro il rischio che i giovani trovino in rete contenuti non sempre affidabili.
Il web, infatti, può essere una risorsa preziosa, ma è anche un territorio insidioso. Oltre a informazioni scientificamente scorrette, i giovani possono imbattersi in contenuti pornografici, non problematici in sé, ma che se fruiti senza una giusta chiave di lettura, possono distorcere profondamente la percezione della sessualità reale. La pornografia, infatti, spesso propone modelli irrealistici, dinamiche di potere sbilanciate ed una rappresentazione riduttiva della dimensione affettiva e relazionale del sesso.
Non mancano poi i forum, le community o canali che veicolano messaggi tossici, ideologie discriminatorie, stereotipi di genere e visioni disfunzionali delle relazioni. Questo contribuisce a rafforzare retaggi culturali lontani dall’uguaglianza e dal rispetto reciproco.
In questo contesto, promuovere un’educazione affettiva e sessuale inclusiva, consapevole e basata sull’ascolto diventa una priorità. Serve creare spazi sicuri di dialogo in famiglia, investire in programmi scolastici di educazione sessuale e fornire ai genitori strumenti per affrontare questi temi con serenità e competenza. Parlare di sessualità non significa solo fornire informazioni tecniche, ma accompagnare i giovani nella costruzione della propria identità, nel rispetto di sé e degli altri.
Tirocinante: Laura Dell’Osso
Tutor: Maurizio Leuzzi
Bibliografia e Sitografia