L’effetto Coolidge è un fenomeno biologico osservato in numerose specie animali e negli esseri umani, caratterizzato da un rapido ripristino dell’interesse sessuale in presenza di nuovi partner. Questo meccanismo, strettamente legato all’evoluzione e alla strategia riproduttiva, si manifesta con una riduzione della latenza eiaculatoria e un aumento della motivazione sessuale quando si ha accesso a un nuovo partner sessuale. L’osservazione di questo fenomeno suggerisce un forte legame con la selezione naturale, poiché la diversificazione sessuale aumenta le probabilità di trasmissione genetica e di successo riproduttivo.
Gli studi condotti su modelli animali hanno fornito una solida base empirica per comprendere questo fenomeno. Ad esempio, Beach e Jordan hanno dimostrato come i roditori maschi, dopo un periodo di sazietà sessuale con una stessa femmina, riacquistino rapidamente interesse e prestanza sessuale quando viene introdotta una nuova compagna. Questo comportamento è stato osservato anche in altre specie, tra cui ovini, primati e suini, suggerendo un meccanismo neurobiologico condiviso. Esperimenti successivi hanno confermato che tale ripristino dell’attività sessuale non dipende unicamente da fattori ormonali, ma anche da una specifica risposta del sistema nervoso centrale agli stimoli della novità.
A livello neurologico, l’effetto Coolidge è regolato dal sistema dopaminergico, in particolare nell’area tegmentale ventrale e nel nucleus accumbens, regioni chiave per la motivazione e il rinforzo comportamentale. Le ricerche di Pfaus hanno evidenziato come il rilascio di dopamina in queste aree aumenti significativamente in presenza di un nuovo partner, facilitando la risposta sessuale e riducendo la fase refrattaria. Inoltre, alcuni studi hanno suggerito un ruolo della serotonina e dell’ossitocina nel modulare la risposta all’effetto Coolidge, influenzando la sensibilità agli stimoli sessuali e la predisposizione alla ricerca di nuovi partner.
Negli esseri umani, la dinamica dell’effetto Coolidge è stata analizzata principalmente attraverso studi su stimoli erotici. Le ricerche di Wilson e Daly hanno dimostrato che gli uomini tendono a mostrare un aumento dell’eccitazione sessuale quando esposti a immagini di nuove partner rispetto a volti o corpi già noti. Analogamente, studi di neuroimaging condotti da Redouté hanno confermato un’attivazione cerebrale più intensa in risposta a volti femminili nuovi rispetto a quelli già familiari. Questo fenomeno suggerisce che l’interesse sessuale sia in parte regolato da meccanismi automatici che favoriscono la diversificazione riproduttiva, un principio adattativo che massimizza la diffusione genetica.
L’effetto Coolidge ha implicazioni significative anche in ambito sessuologico e nelle dinamiche relazionali umane. L’abitudine alla stessa partner può ridurre progressivamente il desiderio sessuale, un fenomeno noto come “sazietà sessuale”, che potrebbe spiegare parte delle difficoltà sessuali all’interno delle relazioni a lungo termine. Questo aspetto è stato approfondito da studi che hanno esaminato la correlazione tra esposizione ripetuta a un medesimo stimolo erotico e diminuzione dell’eccitazione. La ricerca di Sailer, ad esempio, ha dimostrato che la continua esposizione agli stessi stimoli visivi riduce la risposta neurale nel tempo, suggerendo che la novità sia un fattore chiave per il mantenimento dell’interesse sessuale.
Queste osservazioni hanno portato a ulteriori riflessioni sulla rilevanza dell’effetto Coolidge nella cultura contemporanea, in particolare per quanto riguarda il consumo di pornografia e la gestione del desiderio sessuale nelle relazioni monogame. Alcuni studiosi (Sculley e Watkins, 2022), hanno ipotizzato che l’accesso illimitato a contenuti pornografici possa amplificare l’effetto Coolidge, portando a una riduzione dell’interesse per il partner stabile a favore di stimoli visivi sempre nuovi. Tuttavia, altre ricerche suggeriscono che il fenomeno sia più complesso e dipenda anche da fattori psicologici e relazionali, come la qualità della comunicazione nella coppia e il livello di intimità emotiva.
TIROCINANTE: Aurora Cannizzaro
TUTOR: Maurizio Leuzzi
Bibliografia:
Beach, F. A., & Jordan, L. (1956). Sexual exhaustion and recovery in the male rat. Journal of Comparative and Physiological Psychology, 49(3), 349-351.
Pfaus, J. G. (1999). Neurobiology of sexual behavior. Current Opinion in Neurobiology, 9(6), 751-758.
Wilson, M., & Daly, M. (1988). The man who mistook his wife for a chattel. In K. B. MacDonald (Ed.), Sociobiological perspectives on human development (pp. 289-322). Springer.
Redouté, J., Stoléru, S., Grégoire, M. C., Costes, N., Cinotti, L., Lavenne, F., … & Pujol, J. F. (2000). Brain processing of visual sexual stimuli in human males. Human Brain Mapping, 11(3), 162-177.
Sailer, U., Triscoli, C., Häggblad, G., Hamilton, P., Olausson, H., & Croy, I. (2008). Habituation and novelty responses in human sexual interest: An fMRI study. Biological Psychology, 77(3), 337-343.