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La parola psicosi indica un’alterazione dello stato mentale del soggetto caratterizzata da compromissione dell’esame di realtà e da disturbi della forma e del contenuto del pensiero. Manifestazioni psicotiche possono essere dovute all’assunzione di sostanze oppure essere parte di un disturbo dello spettro psicotico (disturbo psicotico breve, schizofrenia, disturbo delirante, etc…).

I sintomi della psicosi si distinguono in diverse categorie:
• Sintomi positivi: comprendono deliri, allucinazioni (uditive e visive sono le più diffuse), eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato e bizzarro.
• Sintomi negativi: comprendono isolamento, appiattimento dell’affettività, abulia, alogia (rispettivamente mancanza di volontà e di logica).
• Disturbi della forma e del contenuto del pensiero: ovvero un pensiero illogico ed incoerente, caratterizzato da alterazione dei nessi logici e convinzioni errate, espressi attraverso un eloquio incoerente e caratterizzato da tangenzialità e circostanzialità, ovvero dal rispondere in modo irrilevante e poco coerente ad una domanda e da una ripetitività di idee e parole.

La schizofrenia è la condizione più comune fra i disturbi dello spettro psicotico, con una prevalenza dell’ 1% ed un esordio nella prima età adulta. E’ una patologia che condiziona la vita del soggetto in maniera completa, a livello sociale, lavorativo, cognitivo, riducendo drasticamente la qualità di vita. Nonostante il pensiero popolare sia quello per cui i pazienti con schizofrenia non abbiano una sessualità (pensiero comune anche fra alcuni professionisti della salute mentale), questo non è vero.

Sicuramente durante l’episodio psicotico, quando i sintomi positivi sono presenti, la sessualità non è il principale problema che la persona si trova ad affrontare. Tuttavia, nelle fasi pre-morbose e nelle fasi di remissione la sessualità gioca, come sempre, un ruolo importante nella vita delle persone.

Nei pazienti schizofrenici il danno alla sfera sessuale e relazionale viene sia dalla condizione in sé, che dal trattamento. Circa un paziente su due, infatti, soffre di disfunzioni sessuali, con una percentuale più elevata negli uomini che nelle donne.

Sicuramente i sintomi che la persona ha, e la difficoltà a relazionarsi con gli altri che sorgono proprio per la schizofrenia, non rendono facile avere una relazione, nonostante questo l’autoerotismo è sempre possibile, mentre in fase di remissione moltissime persone riescono a stabilire ed intrattenere delle relazioni romantico-sessuali. Talvolta la componente sessuale fa parte dell’episodio psicotico: possono esserci idee sessuali bizzarre o pattern d’interazione sociale anomali causa di aggressioni o comportamenti sessuali inappropriati.

Alcune ricerche hanno evidenziato che negli uomini con schizofrenia la disfunzione erettile è particolarmente diffusa, così come fra le donne sembra che siano la dimensione del piacere e dell’orgasmo ad essere compromesse.
Un altro ostacolo alla sessualità per i pazienti schizofrenici, forse il maggiore visto che si riscontra nel 60%-90% dei casi, è dovuto agli effetti collaterali degli antipsicotici, che causano disfunzione erettile, disturbi dell’eiaculazione, dispareunia e difficoltà nel raggiungere l’orgasmo.

Risulta importante ricordare che la sessualità non scompare con la comparsa di una psicosi, dunque è bene educare il paziente, se necessario, ed investigare quella che è definita Sex-Releted Quality of Life, ovvero la qualità di vita del paziente in relazione alla vita sessuale; comprendere in che modo la psicosi sta influenzando la sessualità del paziente e quanto distress questo comporta.

Rispetto al trattamento farmacologico, sarebbe opportuno un lavoro d’equipe con lo psichiatra ed eventualmente un endocrinologo per poter comprendere come il farmaco stia inducendo le difficoltà che il paziente lamenta, e sostituirlo o ridurre il dosaggio.

Rispetto la componente relazionale, invece, una volta che il paziente è stabilizzato può essere utile l’approccio chiamato Social-Skills training, ovvero un approccio educativo e di riabilitazione che aiuta il paziente a reintegrarsi nella società e nel contesto relazionale, sviluppando quelle abilità sociali e relazionali che possono essere state compromesse dalla psicosi, così da sopperire alle difficoltà che il paziente presenta.

Tutor: Maurizio Leuzzi
Tirocinante: Valeria Manni

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