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L’avvento di Internet ha agevolato la nostra vita in molteplici modi semplificando anche la possibilità di poter conoscere potenziali partner che condividano i nostri gusti sessuali. Ma quando le App di incontri erano solo un miraggio e la tecnologia era molto lontana dal vedere i suoi albori, esistevano altri modi per poter comunicare chi si era e i propri interessi, mantenendo al contempo una certa discrezione.

In un’epoca in cui la società era dominata da una forte eteronormatività e l’orientamento omosessuale era considerato comportamento deplorevole da condannare e da curare, la comunità omosessuale si trovò costretta ad adottare tutta una serie di simboli e comportamenti che potessero identificare, senza dare troppo nell’occhio, i propri appartenenti, come ad esempio il cosiddetto Codice fazzoletto o Hanky Code.

Nato in Nord America l’Hanky Code è infatti un codice comunicativo che, attraverso l’utilizzo di un semplice fazzoletto, colorato in differente maniera, e posto in una specifica posizione, consentiva di comunicare non solo la propria appartenenza a quella comunità, ma anche le specifiche preferenze sessuali. Nonostante le sue origini siano ancora oggetto di discussione tra coloro che ne vedrebbero la genesi dopo la Corsa all’Oro nel lontano Far West (quando a causa della scarsità di donne, per poter ballare all’interno dei saloon, cowboys, minatori e marinai cominciarono ad indossare intorno al braccio una bandana blu o rossa per denotare se si stesse ricoprendo all’interno della danza rispettivamente il ruolo dell’uomo o della donna) e coloro che invece ne vorrebbero la nascita negli anni ’60 ad opera del proprietario del Leather & Things (un negozio queer di San Francisco) che per rispettare la scadenza posta dal rivista newyorkese Queens Quarterly, e non avendo nulla da scrivere, si inventò una storia relativa all’esistenza di un codice segreto che si avvaleva di bandane colorate impiegato nell’ambiente gay.

L’utilizzo dell’Hanky Code cominciò ad essere effettivamente documentato negli anni ’60 all’interno della sottocultura Leathermen americana. A partire da tale momento l’Hanky Code divenne strumento largamente promosso, conosciuto e adoperato all’interno dell’ambiente omosessuale di San Francisco negli anni ’70, fino ad esplodere divenendo inoltre simbolo che rivendicava con orgoglio il proprio orientamento sessuale durante i Moti di Liberazione sessuale avvenuti negli anni ’80.

Il posizionamento del fazzoletto sul corpo (generalmente nella tasca posteriore dei pantaloni) ed il suo colore, sono pertanto gli elementi fondamentali su cui si basa tale codice, con un messaggio finale che sarà differente a seconda delle diverse combinazioni. Più specificatamente, la posizione del fazzoletto informa sul ruolo prediletto dalla persona durante il rapporto sessuale: indossato nella parte sinistra del corpo per comunicare la preferenza a ricoprire il ruolo di “Top” (ossia il partner attivo), o posizionato a destra quando si desidera invece ricoprire il ruolo di “Bottom” (ossia il partner passivo); mentre il colore dello stesso riguarda invece informazioni inerenti le pratiche sessuali desiderate.

Analizzando 52 liste di decodificatori di Hanky Code dalla metà degli anni ’70 fino al 2014 allo scopo di rilevare quanti e quali colori fossero rimasti stabili nel tempo individuando per ciascuno lo specifico significato, nel 2018 J.R. Cornier codificò una lista costituita da 20 associazioni di colore-significato fondamentali. Tra di esse possiamo citare il rosso per indicare il Fisting, il blu navy per il sesso anale, azzurro per il sesso orale, nero per il BDSM, bianco per la masturbazione, lavanda per i giochi erotici di Cross-dressing, verde oliva per i giochi riguardanti specificamente la predilezione per l’uniforme militare, verde scuro per indicare una preferenza per l’Ageplay, verde chiaro portato a sinistra per identificarsi come un Sex worker o indossato a destra per indicare la ricerca di un Sex worker, viola per denotare il feticismo per il body piercing, marrone e giallo per indicare rispettivamente lo Scat (coprofilia) e la Pioggia dorata, ecc.

Altri colori hanno invece lo scopo di denotare una preferenza di tipo “tutto o niente” rispetto a determinate pratiche erotiche, come ad esempio il fazzoletto arancione posto a sinistra per indicare che si è interessati a “qualsiasi cosa, in qualsiasi momento”, o posto a destra per comunicare che attualmente non si è propensi al rapporto sessuale, mentre infine altri colori sono atti a denotare uno specifico desiderio erotico indipendentemente dalla posizione del fazzoletto come nel caso del blu Tiffany indicante appunto il sesso orale simultaneo e reciproco.

Con l’avvento dell’HIV e delle devastanti conseguenze che quest’ultimo generò all’interno della comunità omosessuale, l’utilizzo dell’Hanky Code subì una fortissima battuta d’arresto per poi riemergere all’inizio del ventesimo secolo con un’espansione delle pratiche sessuali attraverso l’aggiunta di nuovi colori, materiali e motivi decorativi propri del fazzoletto e cominciando ad essere impiegato anche in ambiente eterosessuale, pansessuale ed all’interno della comunità BDSM.

Attualmente molti negozi Kinky e BDSM forniscono infatti la vendita di bandane colorate con annessa lista di decodificazione, così come non è raro osservare l’utilizzo dell’Hanky Code impiegando tuttavia bracciali, cinture realizzate con fazzoletti colorati o, per le donne, fiori ornamentali da portare sui capelli (Hanky Flowers), fazzoletti legati al collo oppure posizionati sulla testa come se fossero una fascia continuando però a rispettare l’elemento della posizione, con il lato su cui si trova il nodo indicante se si preferisce ricoprire il ruolo di Top, di Bottom o di Switch, se posizionato al centro, e del colore.

Tirocinante: Selena Formichetti
Tutor: Dott.ssa Fabiana Salucci

Riferimenti:
– Cornier J. Raúl (2018) Hanky Panky: the history and cultural impact of the Hanky Code”. Open Access Master’s Theses. Paper 1410
– Reilly A. & Saethre E.J. (2014) “The hankie code revisited: From function to fashion” Critical Studies in Men’s Fashion Volume 1 Number 1. pp. 69–78. 2014
– https://www.bdsmitalia.org/flagging-e-hanky-code/

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