Salò o le 120 giornate di Sodoma racconta la storia di un gruppo di gerarchi fascisti della Repubblica di Salò che, sul finir della guerra, prelevano un gruppo di giovani, uomini e donne, per portarli in un palazzo. Essi diventano loro prigionieri e devono sottostare a un codice di comportamento stabilito dai gerarchi stessi. Il film fu uno scandalo, che ne compromise la diffusione. Salò o le 120 giornate di Sodoma ha infatti al centro una serie infinita di sevizie, torture e violenze sessuali; ma anche brutture alquanto riluttanti (come l’episodio di coprofagia) che Pasolini rappresenta esplicitamente, senza alcuna censura.
Il sadismo è un termine che indica la tendenza a provare piacere nel causare o assistere al dolore o all’umiliazione di un’altra persona. Il sadismo può manifestarsi in vari modi, da forme lievi e consensuali, come il bondage o il dominio sessuale, a forme gravi e criminali, come la tortura o l’omicidio. Il sadismo è considerato un disturbo della personalità quando interferisce con il funzionamento sociale, lavorativo o affettivo della persona o quando viola i diritti altrui.
La psicologia psicodinamica cerca di spiegare il sadismo come il risultato di una conflittualità inconscia tra pulsioni aggressive e pulsioni sessuali, che si origina nell’infanzia a causa di traumi, abusi o frustrazioni. Secondo questa prospettiva, il sadico cerca di scaricare la propria rabbia e il proprio senso di colpa infliggendo sofferenza agli altri, al fine di affermare il proprio potere e il proprio controllo. Il sadico può anche identificarsi con l’aggressore che lo ha ferito in passato, ripetendo il ciclo di violenza. Inoltre, il sadico può provare una gratificazione sessuale nel vedere la vittima sottomessa e impotente, compensando così le proprie insicurezze e i propri conflitti interiori.
Il disturbo sadico è tipicamente borderline ed è organizzato intorno al tema del dominare. La persona può fare esperienza interiore di un senso di morte e sterilità affettiva da cui riesce a sottrarsi solo infliggendo dolore agli altri, sia nella fantasia che nella realtà. Tale disturbo è stato eliminato dal DSM IV ma “bruciare la mappa non elimina il territorio” (Meloy, 1997). L’eliminazione è avvenuta per una sovrapposizione con il disturbo antisociale. In realtà sono sì correlati ma non coincidono. Esistono poche ricerche sui disturbi sadici poiché è raro che inizino una terapia spontaneamente, e per lo più sono visti nel contesto giudiziario. Le loro motivazioni riguardano il controllare, soggiogare, umiliare. Infliggono le loro torture con una calma priva di passione.
Alcuni individui oscillano fra atteggiamenti e comportamenti sadici e masochistici (Kernberg, 1988). Questi tendono a vedersi come vittime dell’aggressività altrui, senza altra scelta che capitolare o contrattaccare aggressivamente.
Altro elemento che si può riscontrare nella pellicola è quello della coprofagia, ma in tal senso si parlerà di coprofilia. La coprofagia è un comportamento anomalo caratterizzato dalla tendenza a mangiare deliberatamente le feci proprie o altrui. Questa manifestazione patologica si può riscontrare nei pazienti psicotici o affetti da alcune gravi forme di demenza. Invece, la coprofilia è la condizione del desiderio di gratificazione sessuale e dell’eccitazione sessuale derivata dall’odore, dal gusto o dalla vista delle feci o dall’atto della defecazione, ed è situata all’interno della categoria delle cosiddette parafilie: Nel DSM-5, le parafilie sono definite come “qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti.”
I disturbi da parafilia, invece, sono parafilie che provocano sofferenza o problemi funzionali nel soggetto che ne è affetto o che producono o possono produrre sofferenza a un’altra persona. Sigmund Freud ha delineato uno stadio di sviluppo psicosessuale chiamato stadio anale che coinvolge l’ossessione del bambino per l’ano come zona erogena; Il processo di addestramento alla toilette crea un conflitto tra il piacere del bambino nella defecazione e le pressioni esercitate sul bambino per controllare le sue funzioni corporee. Il modo in cui i bambini risolvono questo conflitto è visto come un mezzo principale per stabilire il modo in cui in seguito affronteranno l’autorità e le questioni di possesso.
Infine, è possibile riscontrare un ulteriore elemento nel film, cioè la dissonanza cognitiva. L’atto di scegliere tra due o più linee di azione è definito come processo decisionale. Questo, però, viene messo alla prova dalla cosiddetta dissonanza cognitiva (Festinger, 1957). La dissonanza cognitiva non è altro che una sensazione scaturita da un conflitto fra idee, convinzioni, valori e atteggiamento dell’individuo. In poche parole, consiste nel sostenere due o più pensieri o idee che risultano in contraddizione tra loro, generando disagio e tensione. Nel film di Pasolini, la dissonanza cognitiva emerge in modo evidente dalle contraddizioni tra i valori morali dei prigionieri e le azioni che sono costretti a compiere per sopravvivere.
Sottoposti a un ambiente estremamente coercitivo e violento, i prigionieri si trovano costantemente in conflitto interno. Devono confrontarsi con la discrepanza tra ciò che ritengono essere moralmente giusto e ciò che sono costretti a fare per evitare punizioni cruente.
Questo conflitto interno li porta a razionalizzare le proprie azioni, cercando di giustificare comportamenti altrimenti immorali o violenti. Alcuni potrebbero convincersi che partecipare agli atti di violenza è necessario per proteggere se stessi o gli altri, anche se ciò va contro i loro valori fondamentali. Altri potrebbero conformarsi ai desideri dei loro aguzzini per ridurre il conflitto interno, anche se ciò comporta un grave compromesso dei propri principi.
Recensione a cura del tirocinante Emiliano Fiocchetto
BIBLIOGRAFIA
Festinger, L. (1957). A theory of cognitive dissonance. Stanford University Press.
Kernberg, O. F. (1998). Pathological narcissism and narcissistic personality disorder: Theoretical background and diagnostic classification. In E. F. Ronningstam (Ed.), Disorders of narcissism: Diagnostic, clinical, and empirical implications (pp. 29–51). American Psychiatric Association.
Meloy, J. R. (1997). The psychology of wickedness: Psychopathy and sadism. Psychiatric Annals, 27(9), 630–633. https://doi.org/10.3928/0048-5713-19970901-10
SITOGRAFIA
https://www.psychiatry.org/File%20Library/Psychiatrists/Practice/DSM/APA_DSM-5-Paraphilic-Disorders.pdf
https://www.silenzioinsala.com/blog/post/85778/sal%C3%B2-e-le-120-giornate-di-sodoma-la-storia-del-film-pi%C3%B9-estremo-di-pier-paolo-pasolini