Furry Fandom: parafilia o gioco di ruolo?

 

Tra le numerose subculture divenute comunità grazie al diffondersi dei forum e dei social network, ve ne sono alcune che, in maniera arbitraria e totalmente stereotipata, vengono regolarmente accostate al mondo delle devianze sessuali. E’ questo il caso dei Furry Fandom.

I furry rappresentano una comunità che conta centinaia di gruppi e numerose convention sparse in tutto il mondo, formate da artisti, scrittori e role player che condividono la passione per creature antropomorfe. Molti di essi sono soliti creare un personaggio animale dalle sembianze appunto antropomorfe, chiamato fursona, con il quale si identificano e che  rappresenta, per la community, un vero e proprio avatar. Alcuni indossano costumi più o meno elaborati, con grosse orecchie pelose e lunghe code, che li fanno apparire come dei grandi “peluches”.

Tra i furry particolare attenzione meritano i Therian, un sottoinsieme che prova sensazioni di connessione spirituale con una specie animale, tanto da non sentirsi umani al 100%. Per i Therian è  come essere  animali intrappolati in un corpo umano oppure essere stati animali in una precedente vita. Un secondo sottoinsieme particolare è rappresentato dagli  Otherkin,  i quali invece provano affinità con specie animali di tipo mitologico (draghi, sirene, minotauri…).

Come abbiamo accennato in apertura, sono numerosi gli stereotipi collegati a questo mondo, considerato dai più come un grande contenitore di soggetti bizzarri che vanno in giro mascherati da animali.

Leggendo le ricerche dello IARP (International Antropomorphic Research Project), un team multidisciplinare di ricerca sui Furry Fandom con base in Canada, è evidente come l’errata percezione della comunità furry dalla società rischia di relegarli all’interno di una nicchia deviante. Questa visione è ancora più impattante perché veicolata da alcuni articoli di giornale (soprattutto negli Stati Uniti, dove il fenomeno è più vasto), film e serie TV (come nel caso della celebre puntata di CSI “Pellicce e Nausea”) che non fanno altro che amplificare il messaggio.

Lo stereotipo più diffuso, secondo la ricerca più recente del gruppo IARP (Plante et al., 2016), riguarda l’accostamento tra il mondo furry e il fetiscimo. Questi individui, secondo la cultura dominante, spinti dalla possibilità di intrattenere rapporti sessuali con persone vestite da peluches, si riunirebbero in convention. Nulla di più errato. Stando allo studio FurScience!, infatti, questo tipo di rappresentazione sarebbe una semplice banalizzazione di una subcultura le cui motivazioni principali dei partecipanti sono: senso di appartenenza, svago, fuga dalla quotidianità e passione per l’arte e per le storie antropomorfe. Più o meno come accade in altre comunità nate per condividere interessi, come per i fan dei videogame, dei fumetti, della musica…

A cura del tirocinante: Fabio Cortelli

Tutor: Margherita Attanasio

Bibliografia:

Plante, C. N., Reysen, S., Roberts, S. E., & Gerbasi, K. C. (2016). FurScience! A summary of five years of research from the International Anthropomorphic Research Project. Waterloo, Ontario: FurScience.

 

Sitografia:

www.furscience.com

www.theguardian.com/fashion/2016/feb/04/furry-fandom-subculture-animal-costumes

http://www.liberoquotidiano.it/gallery/sfoglio/11914993/plushie-ultima-frontiera-sesso-peluche.html

https://www.thelostogle.com/2015/10/01/oklahoma-furry-convention-banned-from-all-state-park

 

 

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