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La maggior parte delle persone quando si guarda allo specchio vede almeno una parte o un aspetto del proprio corpo che non gli piace. L’esposizione costante a messaggi e immagini mediatiche idealizzate porta spesso l’individuo a vedere come dei difetti quelle parti di sé che non corrispondono a canoni estetici prestabiliti. Alla luce di questi messaggi onnipresenti, non sorprende il crescente aumento di persone con problemi di immagine corporea.

Questi problemi vanno dall’essere leggermente infastiditi da un piccolo difetto allo sviluppo di una vera e propria ossessione per una parte del corpo. Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), il disturbo di dismorfismo corporeo fa parte dello spettro del “Disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati” e per emettere una diagnosi differenziale specifica è necessario riscontrare:

∙  Preoccupazione nei confronti di uno o più difetti fisici non oggettivamente rilevabili o trascurabili da parte di altre persone.

∙ Adozione di comportamenti ripetitivi o rituali (guardarsi allo specchio, toccare la parte difettosa, ricercare rassicurazione ecc.) o atteggiamenti mentali (pensieri ossessivi, costante confronto con gli altri, convinzione di essere osservato e giudicato ecc.) in risposta alla preoccupazione per il difetto fisico.

∙  Forte stress, ansia e calo del tono dell’umore causati dalla persistente preoccupazione per il difetto fisico.

∙  Difetto fisico oggetto della preoccupazione diverso dal peso corporeo/massa grassa (in questo caso, è probabile la presenza di un disturbo del comportamento alimentare).

∙ La consapevolezza che il difetto lamentato sia in realtà minimo o inesistente può essere nulla, parziale o elevata, ma ciò non incide sul grado di penetrazione dei pensieri/comportamenti ossessivi nella vita quotidiana.

I ricercatori hanno scoperto che persone che soffrono di BDD hanno una serie di difficoltà di elaborazione visiva. In particolare, poiché si concentrano abitualmente su un aspetto specifico del loro aspetto, la loro attenzione e l’elaborazione visiva possono diventare molto fisse e ristrette; hanno difficoltà a vedere l’intera immagine di loro stessi. Inoltre, hanno difficoltà a riconoscere le proprie emozioni quando si guardano allo specchio. I ricercatori hanno suggerito che il BDD possa essere una difesa percettiva che protegge le persone dal sentire le proprie emozioni, al fine di sentirsi meno vulnerabili e ansiosi.

Dismorfismo corporeo e sessualità nella donna.

Avere un’immagine corporea positiva si associa spesso a una vita sessuale piacevole (Satinsky, 2012). Nelle culture occidentali, il fascino di una donna come partner sessuale sembra dipendere fortemente dal suo valore in termini di stimolo visivo per il partner. Molte donne sono infatti, consapevoli dello sguardo attento sul loro corpo da parte degli uomini (Hall, 1984). I teorici femministi hanno sostenuto che le donne spesso adottano la prospettiva di un osservatore sul proprio fisico (Bartky, 1990). Ciò implica che l’attrattiva fisica e l’immagine del corpo siano rilevanti per le donne. Secondo i teorici evoluzionisti (Buss & Schmitt, 2011), l’attrattiva fisica delle donne è importante perché fornisce ai partner sessuali maschili spunti affidabili per valutare la loro salute e il loro potenziale successo riproduttivo. Questo può aver fatto sì che le donne, nel corso dell’evoluzione, diventino sempre più consapevoli di come appaiono agli occhi degli altri, soprattutto dei partner sessuali. Gli sguardi degli uomini e gli ideali irrealistici del corpo sembrano lavorare di concerto per rendere difficile per le donne essere soddisfatte del proprio corpo.

Lo studio di Wiederman (2002), evidenzia l’importanza del costrutto dell’immagine corporea per vari aspetti del funzionamento sessuale. Da questo studio è emerso che le donne con un basso livello di soddisfazione nella percezione corporea riferiscono maggiori preoccupazioni circa l’aspetto del loro corpo anche durante le interazioni sessuali con il partner. Infatti, le donne con problematiche inerenti la percezione dell’immagine corporea, riscontrano livelli più bassi di desiderio e di eccitazione (Seal, 2009), l’aumento dell’evitamento nell’intraprendere rapporti sessuali (Rocque, 2010), e una diminuzione del piacere, dell’orgasmo e della soddisfazione sessuale generale (Yamamiya, 2006).  Inoltre, in studi su giovani donne, sono state riscontrate associazioni tra l’immagine negativa del corpo e l’impegno in comportamenti a rischio sessuale, come l’attività sessuale con partner occasionali e il mancato utilizzo di preservativi o contraccettivi (Kvalem, 2011).

Le cognizioni e l’autocoscienza sembrano essere fattori chiave per comprendere le complesse relazioni tra l’immagine corporea di una donna e la sua sessualità.  La ricerca sull’immagine del corpo suggerisce una connessione tra il modo in cui una donna vede il suo corpo e la sua sessualità. Nello specifico, quando una donna percepisce il suo corpo poco o per niente attraente, ciò determinerà una minore autostima sessuale, che spesso porta a evitare l’attività sessuale in sé. Una volta che un’area del ciclo sessuale viene interrotta, spesso vengono interrotte tutte le diverse aree del ciclo sessuale: desiderio, eccitazione e orgasmo. Maggiore è la percezione critica del proprio corpo, maggiore sarà l’ ansia di essere vista e toccata e minore sarà l’eccitazione. Le preoccupazioni specifiche sul corpo, come la preoccupazione per le dimensioni delle parti del corpo o del peso (la regola di misura femminile più frequente), sono i più forti predittori di problemi nel raggiungimento dell’orgasmo.

Dismorfismo corporeo e sessualità nell’uomo.

Anche gli uomini possono esperire vissuti negativi legati all’autocoscienza del corpo, ma ciò non interferisce con la loro vita sessuale tanto quanto accade con le donne. Tuttavia, esiste una forma specifica di dismorfismo che assume grande importanza nella sessualità maschile, il dismorfismo del pene.  Il pene tende ad essere la parte del corpo maschile di cui gli individui sono maggiormente insoddisfatti e che desiderano poter cambiare. Un sondaggio online su oltre 25.000 uomini ha rilevato che quasi la metà dei partecipanti non era soddisfatta della dimensione attuale del pene. C’è quasi un desiderio universale relativo a una maggiore grandezza del pene. Tuttavia, quando si osservano le misurazioni effettive del pene degli individui con tale problematica, pochissimi di loro hanno peni oggettivamente piccoli, la stragrande maggioranza rientra nella norma. Questi individui possono andare incontro a continui interventi chirurgici senza mai essere soddisfatti del risultato, e in alcuni casi questi interventi possono portare a percepire ulteriori difetti. Alla luce di tali condotte disfunzionali, una migliore comprensione e identificazione di tale condizione è un obiettivo importante per psicologi e psichiatri.

 

Tutor: Fabiana Salucci

Tirocinante: Cristiana Sardellitti

 

Bibliografia:

Woertman, L., & Van den Brink, F. (2012). Body Image and Female Sexual Functioning and Behavior: A Review, Journal of Sex Research, 49, 184-211.

 

Sitografia:

https://www.harmoniamentis.it/enciclopedia/la-diagnosi-di-dismorfofobia-secondo-il-dsm-5/

https://www.lehmiller.com/blog/2015/8/24/penile-dysmorphic-disorder-when-penis-size-concerns-get-out-of-control

https://www.psychologytoday.com/us/blog/married-and-still-doing-it/201812/is-body-image-affecting-your-sex-life

https://www.psychologytoday.com/us/blog/the-clarity/201804/dealing-body-image-issues

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