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La disfunzione erettile è una delle problematiche più diffuse nella popolazione mondiale maschile. Nel DSM-5 (2013), il Disturbo Erettile viene descritto come “una persistente o occasionale incapacità di raggiungere o mantenere l’erezione per un tempo sufficiente al completamento dell’attività sessuale”.
Per ovviare a tale problematica, il pensiero più comune è ricorrere al farmaco noto con il nome di Viagra. In realtà però, la famosa “pillola blu” non sarebbe forse mai esistita se non fosse stato per l’attenzione e la sensibilità di alcuni infermieri. (https://www.focus.it/scienza/salute/la-storia-del-viagra-e-della-sua-scoperta)

Il Viagra fu ideato, circa venti anni fa, per la cura di disturbi cardiovascolari come l’Angina Pectoris, caratterizzata da un dolore al torace provocato dallo scarso afflusso del sangue nelle arterie coronarie. Il Sildenafil, il principio attivo del farmaco, aveva l’obiettivo di dilatare i vasi sanguigni del cuore bloccando la proteina PDE-5, ma in realtà ci si rese conto che il farmaco non produceva nessun beneficio nella cura dell’angina pectoris, bensì la maggior parte dei pazienti presentava delle erezioni inaspettate, tanto che si dedusse che i vasi sanguigni dilatati non fossero quelli del cuore. Dunque, il Sildenafil stava funzionando ma in una parte del corpo differente rispetto alle previsioni iniziali. Nacque così la “pillola blu” ritenuta miracolosa contro la disfunzione erettile e diffusasi in breve tempo in tutto il mondo.

Ma come agisce il Viagra? Il Viagra appartiene alla classe dei farmaci inibitori delle fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5), enzimi che regolano e degradano la durata dell’erezione. Inibendo il PED5, l’erezione viene così potenziata e mantenuta. È opinione diffusa che tale farmaco abbia una funzione eccitatoria e stimolante, ma in realtà le evidenze scientifiche mostrano risultati differenti. Il Viagra non è uno stimolatore artificiale, bensì un potenziatore: esso non ha la capacità di iniziare il processo dell’erezione, ma la risposta erettile allo stimolo erotico deve nascere spontaneamente, dopo di che il farmaco penserà a potenziarla. Ciò rappresenta il limite più grande del Viagra che non apporta alcun beneficio a quei pazienti che, a causa di patologie gravi, non hanno alcuna capacità erettile residua o che abbiano delle resistenze e avversioni nei confronti della sessualità.

Nel corso degli anni la domanda di questo farmaco è aumentata notevolmente. La cura era sicuramente utile per chi, con l’avanzare dell’età, presentava delle difficoltà erettili. Ben presto, però, si scoprì che il farmaco non veniva utilizzato solo da chi ne aveva realmente bisogno ma anche da coloro che, essendo fisiologicamente sani, ricercavano nel Viagra la super prestazione e si rifugiavano in esso per superare la tipica ansia. Al giorno d’oggi, infatti, dove il sesso sembra esser diventato sempre più performativo e viene inteso come una prestazione spesso accompagnata dal terrore di fare brutta figura, la pillola per la disfunzione erettile si sta trasformando sempre più in una pillola per l’ansia da prestazione. Come se si trattasse di una sostanza dopante, farmaci di questo tipo vengono usati da giovani ragazzi come sostegno per sentirsi più sicuri, come antidoti alla vergogna, alla paura di fallire e di deludere il partner.

Il Viagra non crea dipendenza farmacologica, ma può innescare una dipendenza psicologica quando l’individuo non riesce più a farne a meno e confida unicamente nel medicinale, tanto da avere, col tempo, difficoltà nel riuscire a portare avanti l’atto sessuale senza il sostegno farmacologico. L’uomo diventa condizionato psicologicamente dalla sostanza, non è più lui a decidere i tempi del rapporto e crede erroneamente di essere lui stesso l’artefice del piacere scaturito nel partner.

Ma cosa accade di fronte ad una disfunzione non organica? Alcuni decidono di rivolgersi ad un esperto specializzato in Sessuologia Clinica per capire le cause del sintomo; altri, invece, decidono di bypassare il problema psicogeno e affidarsi semplicemente al farmaco. Così facendo sperano di eliminare il problema, senza sapere che, in realtà, la disfunzione è ‘risolta’ solo momentaneamente fin quando viene assunto il medicinale. Nei casi in cui, il farmaco effettivamente funziona, la scelta più opportuna è sempre quella di ricorrere ad un approccio integrato quindi associare al farmaco un percorso psicosessuologico che aiuti ad evitare il continuo ricorso al medicinale e che conceda al paziente un supporto più consapevole e adeguato alle sue necessità.

Tutor: Fabiana Salucci
Tirocinante: Alessia Esposito

 

Sitografia:

https://www.psicosalute.it/superare-temporaneamente-impotenza/

Viagra […]


https://www.focus.it/scienza/salute/la-storia-del-viagra-e-della-sua-scoperta

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