in LGBTQIA, Sexlog

Giarre, 31 ottobre 1980. Due giovani ragazzi, Giorgio e Antonio, vittime del clima omofobo di quegli anni, furono trovati morti mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola alla testa.
Milano, 7 settembre 2011. Una donna lesbica di 29 anni è stata aggredita da un uomo di 35 con una raffica di pugni e pesanti commenti discriminatori.

La cronaca italiana è colma di episodi di condanna esplicita del mondo omosessuale: dagli approcci “riparativi” degli anni ’80 e ’90 del secolo scorso alle più recenti ed eclatanti manifestazioni d’odio, come quelle verificatesi lo scorso ottobre nel genovese ai danni di Camilla Cannoni, un’operatrice socio-sanitaria perseguitata dai vicini di casa per il suo orientamento sessuale. Risale solo ad alcuni giorni fa, infine, una delle ultime testimonianze sui noti e diffusi attacchi di stampo omofobo, verificatosi presso la stazione di Valle Aurelia a Roma: “Mentre mi baciavo col mio compagno, abbiamo sentito improvvisamente un uomo urlare dalla banchina di fronte: ‘Che cosa fate? Non vi vergognate?’” (ansa.it), questo è quanto è stato riportato da uno dei due giovani assaliti, l’attivista Jean Pierre Moreno. Successivamente, l’aggressore avrebbe attraversato i binari raggiungendo la coppia e dando così inizio alla brusca colluttazione.

È proprio in occasione di quest’ultimo avvenimento che il deputato del Pd Alessandro Zan, relatore del ddl contro i reati di stampo omolesbotransfobico, ha affermato: “C’è un’esigenza inderogabile e urgente di approvare una legge che esiste in quasi tutti i Paesi occidentali” (ansa.it).
Sebbene quella dell’omosessualità sia una tematica spesso identificata come strettamente appartenente alla sfera privata del singolo cittadino o, al contrario, come un “problema collettivo”, da dover contenere attraverso un rigido codice normativo e disciplinare, essa rispecchia in realtà una “situazione particolare” che riguarda la comunità (bisognosa perciò di una considerazione specifica da parte del diritto per limitati aspetti), ma che reclama allo stesso tempo un’integrazione rispetto al consueto tessuto eterosessuale. A tal proposito, il 1° maggio 1999, data in cui è entrato in vigore il Trattato di Amsterdam, è stato intrapreso uno dei primi passi fondamentali verso l’introduzione del divieto di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale in UE. Ad esso hanno fatto seguito numerose altre valide iniziative da parte delle Nazioni Unite e del Parlamento Europeo, la cui proposta di risoluzione contro gli atti d’odio verso le persone LGBTI è stata approvata a Strasburgo il 18 dicembre 2019.

Anche l’America ha assistito di recente ad un fondamentale cambiamento di paradigma rispetto alle condotte amministrative dell’era trumpiana, note per la loro connotazione fermamente transfobica. Il neoeletto Presidente degli USA, Joe Biden, ha ricalcato infatti la rilevanza di tali tematiche, agendo nell’immediato verso una politica il più possibile egualitaria ed inclusiva, non discriminante sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.

In una situazione mondiale senza dubbio migliorata, sono ancora molti i Paesi (soprattutto l’Africa e l’Asia) nei quali l’omosessualità è considerata illegale. Persino l’Europa, caratterizzata da norme e atteggiamenti tra i più favorevoli, presenta ancora grandi differenze tra Paese e Paese.
La proposta di legge Zan, in Italia, si colloca perciò solo in coda rispetto all’ampia trafila legislativa e ai molteplici dibattiti intrapresi nelle diverse località globali ed europee ai fini di contrastare le differenti condotte omotransfobiche. A soli tre mesi dall’inizio della XVIII legislatura, la Repubblica Italiana ha visto intraprendere infatti i primi concreti passi verso una nuova possibile società dell’eguaglianza e della dignità. Sulla base di 5 precedenti proposte (A.C. 107/2018, Boldrini; A.C. 569/2018, Zan; A.C. 868/2018, Scalfarotto; A.C. 2171/2019, Perantoni; A.C. 2255/2019, Bartolozzi) è avvenuta la stesura del ddl in qualità di testo unificato (T.U.), presentato in Parlamento il 2 maggio 2018 e approvato in prima lettura dalla Camera il 4 novembre scorso.

Il provvedimento n. 2005 ha introdotto nel suo testo anche il “genere sessuale” e la “disabilità”, ampliando così l’orizzonte alla violenza esercitata sulle donne in quanto tali e configurandosi come uno strumento contro il sessismo, la misoginia e l’abilismo.

Esso disporrebbe la reclusione o una cospicua multa per coloro che istigano a commettere o commettono atti di discriminazione e/o violenza basati sugli aspetti sopra menzionati, oltre a quelli di natura etnica, nazionale o religiosa (già puniti con durezza dall’art.604-bis del Codice penale e dall’art. 1 della legge Mancino), tutelando però la piena libertà di pensiero attraverso la cosiddetta “clausola salva idee”. Quest’ultima, in accordo con quanto sancito con l’art. 21 della Costituzione, agirebbe salvaguardando “la libera espressione di convincimenti ed opinioni, nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
Tra le novità ci sarebbero inoltre l’istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia (fissata per il 17 maggio di ogni anno e ad oggi già ampiamente osservata) per la promozione della cultura del rispetto e dell’inclusione e lo stanziamento di 4 milioni di euro annui per la realizzazione di adeguati programmi di prevenzione e per garantire assistenza alle vittime dei reati d’odio presso le “case rifugio” ed i centri anti-violenza.

La proposta di legge ha subito nel tempo diverse spinte contrarie o repressive, prime tra tutte quelle dell’opposizione politica, caratterizzata dai partiti di destra e dell’estrema destra, seguite dalle critiche della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e dai suoi timori circa il rischio di potenziali “derive liberticide”. Sulla stessa scia si sono posti infine i gruppi conservatori anti-LGBT, una sezione del movimento femminista italiano e l’organizzazione delle Sentinelle in Piedi (SiP), nota per le sue silenziose ma eclatanti azioni di protesta per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna e per la difesa della libertà di espressione, secondo lei minacciata sin dal ddl Scalfarotto del 2013, anno in cui ha avuto origine.

Quello del rispetto, della libertà individuale e dell’eguaglianza è un quadro nel quale l’Italia si distingue ancora in maniera negativa. Le consuete sfide quotidiane che investono le minoranze LGBT si manifestano in tal senso con un costante ed elevato tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale, tra i più alti in Europa. Più volte nel Parlamento italiano sono approdate proposte di legge che hanno tentato di garantire una giusta copertura giuridica agli individui arcobaleno stigmatizzati, e più volte questi tentativi sono stati rigettati e ritenuti non validi.
L’ultimo provvedimento in esame, talvolta definito come una “legge di civiltà”, sembra essere sorretto da un ampio e sentito sostegno, sebbene giaccia da mesi in Senato e, come ha spiegato Franco Mirabelli, membro del Pd, non sia stato ancora incardinato a Palazzo Madama a causa delle “resistenze della Lega”. La legittimazione della lotta alle disuguaglianze ed il sanzionamento dei crimini d’odio richiedono ancora impegno, sforzi su più fronti e tempo perché possano ottenere approvazione ed il pieno riconoscimento sociale.

 

Tirocinante: Enrica De Michele
Tutor: Fabiana Salucci

Riferimenti:

ANSA. (2020, ottobre 31). Lgbt: Massimo e Gino, sposi dopo 40 anni nel ricordo vittime. Palermo. Tratto da https://www.ansa.it/sicilia/notizie/2020/10/31/lgbt-massimo-e-gino-sposi-dopo-40-anni-nel-ricordo-vittime_a20d18db-bbb9-4fd5-bac1-346d597f8ec5.html

ANSA. (2021, marzo 21). Omofobia: la legge Zan, dopo il sì della Camera ora è ferma al Senato. Roma. Tratto da https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/03/21/omofobia-la-legge-zan-dopo-il-si-della-camera-ora-e-ferma-al-senato_d944b0f3-31c2-425d-9108-cc35ec75fb6c.html

ANSA. (2021, marzo 21). Ancora una aggressione omofoba: “Io e il mio compagno aggrediti per un bacio”. Roma. Tratto da https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/03/21/gay-attivista-io-e-il-mio-compagno-aggrediti-per-un-bacio_eb79c1c7-b1f9-40f6-bd95-6720d61b5644.html

Currò, S., & Rizzo, A. (2014). Omofobia e omicidio in Italia: un’analisi psicologica. Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza, 8 (2), 120-137.

Kavi, A. (2021, gennaio 21). The New York Times. Tratto da nytimes.com: https://www.nytimes.com/es/2021/01/21/espanol/biden-ordenes-ejecutivas.html

Lingiardi, V. (2016). Citizen gay. Affetti e diritti. Milano: Il Saggiatore.

Messina, E. (2020, ottobre 30). Camilla Cannoni: «Io, lesbica perseguitata dai vicini di casa, ma ora ho trovato la forza di dire basta». Genova: Corriere della Sera . Tratto da https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_30/camilla-cannoni-io-lesbica-perseguitata-vicini-casa-ma-ora-ho-trovato-forza-dire-basta-84ba6cb2-1a31-11eb-bdd5-3ce4cb03ccdf.shtml

Sentinelle in Piedi. (s.d.). Tratto da sentinelleinpiedi.it: https://sentinelleinpiedi.it/chi-siamo/

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