in Devianza e Parafilie, Sexlog

Ecologia ed erotismo sono due macroaree antropologiche che non sembrano avere, apparentemente, punti di contatto, ma esiste contrariamente a quello che si possa pensare una forma atipica di sessualità in cui si innesta tra i due un legame erotico.

La “dendrofilia” è quella parafilia (maschile e femminile) con una vivida componente feticistica, che consiste nell’attrazione sessuale per gli alberi finalizzata sia nel desiderio di congiungersi “organicamente” all’essenza arborea, sia in pratiche masturbatorie maschili in uso alle popolazioni tribali del Sud America che, come testimoniato da Brenda B. Love (1992), eiaculavano sulla corteccia degli alberi in veste rituale: in queste stravaganti dinamiche è presente una connotazione mistica e animistica della condotta sessuale che rimanda ad un concetto di sacralità e mitologia che rievoca la figura arcaica del dio fallico Priapo, simbolo innato di fertilità e venerato dai Romani per la protezione delle mietiture.

Grazie alla globalizzazione e allo sviluppo dell’informatica, il comportamento sessuale atipico della dendrofilia ha dato la genesi al fenomeno dell’ecosessualità, che si è sviluppato rapidamente negli States (soprattutto nelle comunità LGBTQ), trovando i natali durante <<l’Ecosex Symposium>> di San Francisco (2010) dalle artiste/attiviste Annie Sprinkle e Elizabeth Stephens, le quali invitano apertamente i cybernauti a scoprire questo particolare “orientamento” attraverso la propaganda sul network <> ed inneggiando ad una forma meno pudica e più libera di fare sesso nel rispetto della natura e creando una dimensione in cui uomini e donne “godono” dei benefici psicofisici di un’estasi erotica. Dati alla mano, questa originale attività copulativa fra partner conta un seguito di più di centomila attivisti che si muovono nella convinzione che l’ambiente rappresenti un bene da rispettare e da coinvolgere nell’intimità, in cui la Terra è il simulacro di un’amante dalla carica erotica travolgente capace di enfatizzare l’eccitazione di chi si autodefinisce <<follemente, appassionatamente e ferocemente innamorato>>.

Dal manifesto “Ecosex”, che appare sulla homepage del sito, è palese che gli attivisti mirano a creare un rapporto più comune e sostenibile con la Terra, “facendo l’amore” con la natura stessa e rivendicando la propria “identità” e necessità di esprimere una sessualità “sana” e non “deviante”, puntando al prestigioso traguardo di incrementare la comunità globale di individui ecosessuali. Il messaggio inconscio di questo proclama è che il rispetto e la salvezza del pianeta diventerà un obiettivo più facile da realizzare se la Terra stessa diventa parte di un coinvolgente circolo amoroso: insomma, l’ecosexuality può essere considerata come una rivisitazione sessuo-culturale del motto <> sessantottesco.

 

Tirocinante: Andrea Carbone
Tutor: Fabiana Salucci

 

Bibliografia
Casadei, A., Chiricozzi, F., Petrini, P. (2011) Trasgressione, violazione perversione. Eziopatogenesi, diagnosi e terapia: Eziopatogenesi, diagnosi e terapia – Ed. Franco Angeli.

Gregor, T. (1987) Anxious Pleasures: The Sexual Lives of an Amazonian People – Ed. University of Chicago Press.

Love, B. (1992) The Encyclopedia of Unusual Sex Practices – Ed. Barricade Books, N.Y.

Quattrini, F. (2015) Parafilie e Devianze – Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico – Ed. Giunti editore – p.182.

Santi Bartoli, P. (1729) Le antiche lucerne sepolcrali figurate: raccolte dalle cave sotterranee e grotte di Roma, nelle quali si contengono molte erudite memorie – Ed. Rossi – Biblioteca Pubblica Bavarese.

 

Sitografia
http://sexecology.org/research-writing/ecosex-manifesto/

Condividi

Lascia un commento

Scrivi e poi premi Invio per cercare