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Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una lunga e dura battaglia per scardinare svariati pregiudizi e cliché sulla sessualità, soprattutto quella femminile, ma anche maschile. Si è quasi completamente superata quell’epoca in cui convivere senza essere sposati rappresentava un disonore per la famiglia, arrivare vergini al matrimonio non è più considerato un requisito indispensabile per potersi congiungere, e anche avere più partner non è più visto come un qualcosa da dover nascondere o di cui vergognarsi.

Tuttavia non è possibile affermare che si è giunti ad una totale e autentica apertura mentale, ad esempio per quel che riguarda la sessualità e i primi appuntamenti. Spesso ci si interroga “È giusto fare sesso al primo appuntamento?”. Beh, già il pensare di dover trovare una risposta a questa domanda fa capire quanto lavoro ancora ci sia da fare per arrivare ad una piena libertà nella sfera sessuale. Tale quesito arriva in particolare dalle donne, le quali vivono in una società che soltanto in parte permette loro di vivere le proprie esperienze affettive e sessuali prive di ansia e timore del giudizio altrui.

Infatti molte donne pensano che concedersi al primo appuntamento possa etichettarle come “donne facili”, altre temono che il non concedersi possa allontanare il partner perché questo è ciò che lui si aspetta da loro. Viceversa, molti uomini sentono il dovere di essere sempre disponibili e solleciti al rapporto, come fossero “macchine” pronte all’uso; questa aspettativa genera spesso ansia che però, pur di non perdere il suo status di “uomo virile”, cerca di nascondere a tutti i costi il disagio.

Una possibile conseguenza potrebbe essere quella della cosiddetta “ansia da prestazione”, una situazione che riguarda non solo gli uomini, ma anche le donne. Infatti, viviamo in un momento storico nel quale è richiesta all’individuo una costante perfezione, che si potrebbe tradurre nella ricerca di “performance stellari” in diversi ambiti, compreso quello sessuale. Le elevate aspettative di entrambi i sessi fanno si che ad esempio si sviluppi negli uomini una difficoltà nel raggiungimento dell’erezione o un’eiaculazione precoce, e nelle donne il mancato raggiungimento dell’orgasmo, una scarsa lubrificazione vaginale o ancora percezione di dolore durante il rapporto. È una prova evidente di come gli stereotipi di genere persistano nella nostra cultura fino ad essere assorbiti e interiorizzati tanto da innescare sentimenti di colpevolezza e senso di inadeguatezza.

È anche vero che al giorno d’oggi il sesso entra in scena molto prima rispetto a tanti anni fa, a volte sin dal primo appuntamento o dopo poche uscite, e molto di rado si aspetta con il rischio di saltare quelle tappe che rientrano in un processo di gradualità relazionale necessaria per la costruzione di un rapporto solido.
Una ricerca effettuata dall’Università americana di Cornell su 600 coppie sotto i 45 anni legate stabilmente, ha riscontrato come le più soddisfatte erano quelle nelle quali si era consumato il primo rapporto sessuale con il futuro partner solo dopo un periodo di circa un mese dal primo incontro. Seppur vero che in amore non ci sono regole, volendo comunque affidarsi alle statistiche, gli esperti suggeriscono di godersi l’iniziale fase del corteggiamento, della conoscenza e della conseguente attesa, rimandando anche solo per poco il momento dell’unione fisica, perché, come spesso si dice, “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere”.

Per quale motivo è consigliabile un periodo di “attesa”? Il ricercatore Dean Busby della Brigham Young University afferma che “se una coppia diventa sessualmente attiva troppo presto, questa parte molto emozionante ed eccitante del rapporto può travolgere e offuscare il processo decisionale, affettivo e di fiducia, portando la coppia a vivere una relazione che a lungo andare potrebbe non funzionare”. Più nel dettaglio, il sesso potrebbe minare tutti quegli elementi che rendono una relazione stabile, come la comunicazione, l’investimento reciproco in termini di impegno, il saper gestire in un modo efficace per la coppia le problematiche, ecc. Proprio dagli studi condotti da Busby, dopo aver esaminato 2035 coppie con età media di 36 anni e al primo matrimonio, è emerso come le relazioni sono risultate migliori è più durature per coloro che avevano aspettato di più per avere il primo rapporto sessuale.

Dunque, appare efficace ma non assolutistico prima valutare queste affinità di valori/fondamenti per un legame saldo, e successivamente scoprire quali siano le affinità sessuali di coppia, per rendere del tutto completa la relazione.
In ogni caso, un elemento importante da tenere in considerazione è il concetto di desiderio che costituisce la prima fase del ciclo di risposta sessuale, e in linea con il discorso precedente, possiamo considerare l’attesa come qualcosa che contribuisce ad aumentarlo, proprio perché non poter avere immediatamente ciò che ci gratificherebbe può stimolare fantasie da raccontare al partner, facilitando una prima conoscenza e uno scambio sulle proprie preferenze e al momento opportuno dare e darsi la possibilità di focalizzarsi meglio sulle sensazioni emotive e corporee proprie e dell’altro.

D’altro canto è essenziale sottolineare che più che un giusto numero di appuntamenti, è fondamentale sintonizzarsi con il proprio volere e il proprio sentire, perché il desiderio di vivere la sessualità con una persona rappresenta un’esperienza soggettiva e personale, da vivere nel pieno rispetto di se stessi e dell’altro.

 

Tirocinanti: Lucrezia Renda, Sonia Sarti

Tutor: Fabiana Salucci

 

Sitografia
https://www.firstpost.com/living/sex-before-marriage-hampers-healthy-relationship-study-441024.html
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21171775/

Sesso, quanto tempo aspettare prima di concedersi

L’Ansia da Prestazione

Ansia da prestazione: di cosa hanno paura le donne e gli uomini


https://www.amando.it/sesso/sessualita/amore-vince-aspettare.html

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