Nella società contemporanea, l’accesso sempre più diffuso alla pornografia ha plasmato le percezioni e le aspettative legate alla sessualità. Dietro l’esplicita rappresentazione del sesso, emergono una serie di falsi miti che possono influenzare in modo significativo le pratiche e i comportamenti sessuali. Questa introduzione esplora i miti comuni generati dalla pornografia, sottolineando l’importanza di sviluppare una consapevolezza critica nei confronti di tali rappresentazioni virtuali.
Uno dei miti più diffusi riguarda l’aspetto fisico. Difatti la pornografia spesso promuove standard inaccessibili di bellezza e questa idealizzazione può generare insicurezze e influenzare negativamente l’autostima di chi si confronta con modelli estetici irreali. Ad esempio, la depilazione, nei video porno i corpi appaiono perfettamente scolpiti e privi di peli, creando un’illusione di perfezione. Le donne in particolare sono spesso ritratte lisce e prive di peluria su vulva, gambe e ascelle. Questo standard estetico è molto lontano dalla realtà, in quanto
uomini e donne presentano una varietà di caratteristiche fisiche, compresa la presenza di peli.
La depilazione dovrebbe essere una scelta personale, non un requisito per una sessualità accettabile. Aspettarsi che la propria partner sia depilata per poter avere un rapporto sessuale è un mito dannoso e limitante. Ogni individuo ha il diritto di gestire la propria peluria in base alle proprie preferenze, senza subire pressioni esterne.
Un’altra falsa rappresentazione comune riguarda le labbra vaginali. Spesso vediamo vulve “perfette” e simmetriche, ma la realtà è molto diversa.
Ogni vulva è unica, con variazioni naturali nelle dimensioni delle labbra, la forma del clitoride, l’elasticità dell’imene e altri tratti. Il messaggio da trasmettere è che la bellezza risiede nella diversità, e nessuna vulva dovrebbe essere giudicata in base a standard irrealistici.
Il mito più dannoso e diffuso per eccellenza rispetto all’aspetto fisico è probabilmente quello relativo alla grandezza del pene. Gli uomini presenti nei video sono spesso dotati di membri che superano gli standard della popolazione media. Questo può creare ansie e insicurezze negli uomini che temono di non essere all’altezza di questi “canoni”.
Altra macrocategoria di miti da sfatare riguarda le prestazioni sessuali mostrate nella pornografia. Innanzitutto, bisogna liberarsi dalla convinzione che l’eccitazione sessuale raggiunge sempre il massimo all’inizio di un incontro. Nei video porno tradizionali, l’inizio del rapporto spesso è caratterizzato da un’elevata eccitazione, dopo pochi baci e carezze. Tuttavia, nella realtà quotidiana, questo non sempre rispecchia la norma.
Un altro mito diffuso è l’idea che chi ha un pene non possa mai perdere l’erezione. Nella realtà, perdere l’erezione è normale e può accadere a chiunque, prima o poi. Può avvenire prima o durante il rapporto per molteplici ragioni, ma ciò che conta è non farsi prendere dal panico e comunicare apertamente all’altra persona le cause – se le si conosce – del calo erettile, per poterle affrontare insieme. Se il problema diventa ricorrente, è consigliabile rivolgersi a un professionista per una consulenza appropriata. Strettamente correlato a questo mito vi è anche l’idea che un uomo debba durare per un tempo straordinariamente lungo: in alcuni casi può capitare che si impieghi più tempo per eiaculare o per raggiungere l’apice, ma di solito è difficile resistere così a lungo, soprattutto senza accusare un minimo di stanchezza da parte di entrambi.
Ci sono comportamenti errati che la pornografia insegna e che ci discostano pesantemente da una sessualità consensuale e rispettosa. Uno di questi è la rappresentazione delle persone come oggetti sessuali. Nel porno mainstream, purtroppo, si perpetua una visione maschilista e sessista, in cui la figura femminile è ridotta a un mero strumento di piacere. Le inquadrature e le angolazioni delle scene spesso promuovono questa visione distorta, danneggiando chi consuma questo materiale e inducendolo a vedere le donne come oggetti privi di emozioni e desideri propri.
Un altro grave errore è la rappresentazione del rapporto sessuale come privo di romanticismo e cura per l’altro. Il sesso può certamente essere libero da romanticismo, ma questo non significa che debba essere privo di amore o di gesti affettuosi dopo il rapporto. Nella realtà, l’intimità non si esaurisce con l’orgasmo: le coccole, le parole gentili e gli atti di cura sono parte integrante di una connessione sessuale sana e appagante; tuttavia, la pornografia spesso trascura questi aspetti, creando una visione distorta e superficiale della sessualità. Inoltre, non viene mai mostrato l’utilizzo del preservativo, e questo è incredibilmente pericoloso in quanto contribuisce ulteriormente alla disinformazione che circonda i metodi di contraccezione e prevenzione, incrementando sempre di più il divario tra la fantasia e la realtà.
Infine, uno degli aspetti più critici è la mancanza di comunicazione e consenso nella pornografia.
Nella vita reale, la comunicazione aperta e il consenso sono fondamentali. Nella pornografia, purtroppo, spesso mancano completamente. Questo è un messaggio pericoloso che può portare a comportamenti non consensuali nella realtà. È imperativo sottolineare che la comunicazione e il consenso sono pilastri fondamentali di una sessualità sana e rispettosa, e devono essere praticati sempre, senza eccezioni.
Tutor: Maurizio Leuzzi
Tirocinante: Sharon Panizza
BIBLIOGRAFIA
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