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Il termine varicocele è utilizzato per identificare una delle più frequenti patologie che si possono verificare nell’apparato riproduttivo maschile. Si tratta di un rigonfiamento anomalo delle vene del testicolo che coinvolge circa il 15% della popolazione maschile adulta e nel 30-40% dei casi è correlata con problemi relativi alla fertilità.

Solitamente inizia a manifestarsi durante il periodo dello sviluppo puberale (tra gli 11 e i 16 anni) e nel 95% dei casi colpisce il testicolo sinistro. Nello specifico, si tratta di un reflusso patologico di sangue che parte dalla vena renale sinistra e giunge al testicolo.

Ciò comporta il ristagno di sangue, l’aumento della temperatura e la scarsa ossigenazione dei tessuti, portando ad un aumento della pressione nelle vene del funicolo spermatico e aumentando di conseguenza la temperatura nella borsa scrotale. Una temperatura di poco inferiore a quella interna è fondamentale per il corretto funzionamento dei testicoli ed è per questa ragione che si trovano in una sacca esterna all’addome (scroto).

Le grosse varici nello scroto agiscono come una sorta di “termosifone” e possono provocare una diminuzione della produzione e della qualità del liquido seminale, arrivando a causare l’infertilità nelle situazioni più gravi. Tuttavia, il varicocele è molto spesso asintomatico e non compromette il benessere dell’individuo. In altri casi si possono però avvertire diversi sintomi, come ad esempio un dolore sordo al testicolo interessato o un senso di pesantezza o fastidio a livello dello scroto (soprattutto in seguito a sforzi fisici, dopo una giornata trascorsa in piedi o dopo essere stati seduti per troppo tempo).

Dal punto di vista fisico/anatomico, quando il varicocele è di grado elevato le vene dilatate a livello del testicolo possono risultare palpabili e visibili. Al contrario, il testicolo interessato può risultare più piccolo e in posizione più bassa rispetto all’altro. In questi casi, è importante rivolgersi ad un andrologo in modo tale da poter avere una diagnosi ed iniziare il prima possibile l’iter terapeutico. A questo proposito, oltre alla cura antibiotica, esistono numerose tecniche chirurgiche e radiologiche per correggere il varicocele.

Di solito, si tende a preferire tecniche mini-invasive che rendono l’intervento il più sicuro possibile. Ad esempio, quella adottata in Humanitas consiste in una piccola incisione sub-inguinale dalla quale si esteriorizzano le vene varicose che vengono sclerotizzate per via anterograda (dal basso verso l’alto).

Questa procedura riduce i rischi di recidiva rispetto alle tecniche classiche e abbrevia notevolmente i tempi operatori, di degenza e di recupero fisico.
Per quanto riguarda le cause all’origine del varicocele, esse non sono ancora oggi del tutto chiare. Si ritiene che un ruolo di primaria importanza alla base di questo disturbo sia giocato da una congenita debolezza delle pareti venose associata a incontinenza delle valvole che con il tempo, soprattutto durante l’età puberale (periodo in cui i testicoli crescono più velocemente), possono causare la dilatazione delle vene.

In conclusione, ad oggi non esiste alcuna forma di prevenzione primaria, dunque si consiglia di effettuare visite andrologiche periodiche durante il periodo dello sviluppo e di agire il prima possibile nel caso si verifichi una forma anche lieve di varicocele.

 

Tutor: Cristiana Sardellitti
Tirocinante: Alessandro Ghigo

 

Sitografia:
-https://www.salute.gov.it/portale/fertility/dettaglioContenutiFertility.jsp?lingua=italiano&id=4559&area=fertilita&menu=malattie
– https://www.humanitas.it/malattie/varicocele/

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