Fra i vari rapporti che si stringono durante l’adolescenza, uno può assumere una forte intensità e caratteristiche ben definite: è quel tipo di rapporto che si forma con un coetaneo dello stesso sesso o di sesso opposto (Petter, 2006). Quando l’altro diventa il compagno inseparabile, il depositario delle confidenze più intime, il sostegno nei momenti di indecisione o di difficoltà, viene nominato come “amico del cuore”.
È chiaro che l’amico del cuore, è di solito, un coetaneo dello stesso sesso, ma non può essere escluso che possa essere di sesso differente dal proprio (Petter, 2006). I tratti che caratterizzano questa amicizia sono essenzialmente quattro:
il primo molto evidente è la confidenza: all’amico si deve poter parlare di tutto e confidare le proprie esperienze. Gli si possono esporre problemi che possono riguardare delle parti del corpo che sono ritenute insoddisfacenti, dei difetti (veri o presunti), difficoltà, tratti del carattere che sono risultati da ostacolo nei rapporti con le persone. A lui o lei si possono descrivere emozioni, anche molto forti. La confidenza è un tratto reciproco che richiede in entrambi un atteggiamento di ascolto, la cui presenza può essere resa evidente dai continui segni di attenzione (Petter, 2006).
Un secondo tratto importante è la garanzia della più totale discrezione: l’impegno a non rivelare a nessuno e in nessuna circostanza le confidenze ricevute (Petter, 2006). Da questo secondo punto deriva poi un terzo tratto, l’esclusivismo: può in certi casi essere accompagnato da un atteggiamento di gelosia, soprattutto in quelle situazioni in cui uno dei due ha un carattere maggiormente estroverso, parla facilmente e frequentemente anche con altri coetanei, o accetta i loro inviti a partecipare ad eventi dove l’altro non è invitato. Mentre i primi due tratti permangono per tutto il periodo dell’adolescenza, l’esclusivismo tende ad attenuarsi con il passare del tempo e con la conseguente maturazione. Un ragazzo giunge via via a rendersi conto che il proprio amico del cuore, può avere anche altri amici più o meno intimi, perché avrà il buon senso e la capacità di non farli partecipi di certe confidenze che lo riguardano personalmente (Petter, 2006).
Il quarto tratto che caratterizza questo tipo di amicizia è la presenza di una forte empatia, derivante da un radicato sentimento di appartenenza. Come nel caso dei propri genitori e dei propri fratelli, o altri familiari, il rapporto con l’amico del cuore può essere così intimo e così profondo da portare a sentire l’altro come una parte della propria persona.
Questi tratti non è detto che si manifestino subito in forma piena ma in molti casi essere il risultato di un processo che ha varie fasi e che si configura come una sorta di apprendimento graduale (Pellai, 2015).
In particolare l’amico o l’amica del cuore nel passaggio dalla preadolescenza alla prima adolescenza dovrebbe vedere il giovane protagonista di una relazione sia intima che protetta, che gli permette di sperimentarsi in modo attivo nella costruzione di una “coppia” impegnata a esplorare anche temi complessi ed approfondire la visione della vita, ad accettare sfide e a mettersi alla prova, a condividere le paure e le speranze (Pellai, 2015). L’amico del cuore rappresenta la prima palestra relazionale in cui l’ex bambino frequenta una persona, senza l’approvazione dei genitori, senza che ci sia un contesto organizzato dagli adulti a fare da sfondo.
Se prima gli amici si trovavano in classe, oppure frequentanti lo stesso corso sportivo, in preadolescenza l’amico del cuore può essere qualcuno di assolutamente nuovo e inedito, incontrato in un campetto da calcio o su una panchina nei giardini. Può essere una persona sconosciuta alla famiglia d’origine, qualcuno che irrompe nella vita del minore in modo inaspettato. Permette di affinare e sviluppare quelle competenze pro-sociali che già si possedevano e di mettersi alla prova in una relazione ad alto tasso di intimità, senza la complicazione della componente eccitatoria e sessuale che invece connota la relazione affettiva (Pellai, 2015).
Chiaramente anche con l’amico può esserci una sorta di complicità sessuale nello scambiarsi immagini, battute, pensieri, fantasie, ma la relazione amorosa pone l’innamoramento di fronte a un bivio: con il proprio partner si dovranno, infatti, stabilire regole che hanno a che fare anche con la condivisione di una intimità che non è fatta solo di pensieri e parole, ma che va a comporsi di gesti del corpo, di interazioni finalizzate all’esplorazione dell’altro al darsi e prendere piacere quando ci si incontra (Pellai, 2015).
Tirocinante: Chiara Baldassari
Tutor: Fabiana Salucci
Pellai A., (2015) Tutto troppo presto: l’educazione sessuale dei nostri figli ai tempi di Internet, Novara, De Agostini.
Petter G., (2006), Amicizia e innamoramento nell’adolescenza, Firenze: Giunti.



