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La pornografia audio rappresenta una rottura dei codici tradizionali del desiderio mediato, perché in un’epoca dominata dall’immagine, in cui il visivo tende a monopolizzare l’erotismo e il piacere viene spesso veicolato da corpi standardizzati e narrazioni stereotipate, l’ascolto erotico apre una soglia più discreta e relazionale, connessa con il mondo interno.

La pornografia sonora si inserisce nel contesto odierno di trasformazioni socioculturali che riguardano l’identità di genere, l’inclusività e la rappresentazione delle sessualità non normate. App come Dipsea e Ferly, nate nel cuore del capitalismo digitale ma profondamente influenzate dalle istanze femministe e queer, propongono esperienze erotiche immersive incentrate sul racconto, sulla voce, sull’emozione. Questo formato reinventa l’intimità stessa, risvegliando quella parte immaginativa ed emotiva del desiderio spesso silenziata dalla pornografia mainstream.

La voce, in questi contenuti, non è soltanto veicolo sonoro: è corpo, pelle, ritmo. È relazione. Il sussurro, il respiro, la pausa tra due parole diventano materia erotica, elementi capaci di attivare una partecipazione psichica profonda. Si tratta di un’esperienza più lenta, più partecipativa, dove l’ascoltatore non riceve passivamente immagini già costruite, ma è chiamato a generarle, a completare la scena, a colmarla con la propria storia interiore, i propri fantasmi, i propri desideri.

Sul piano psicosessuologico, questo nuovo approccio al piacere permette un accesso più sicuro e meno performativo all’erotismo. L’assenza dello sguardo, intesa non come privazione ma come liberazione, consente di svincolarsi dalla logica valutativa del corpo: non si è osservati, non si è giudicati. Si è, semplicemente, immersi. È in questo senso che la pornografia audio può essere interpretata come una forma di autoerotismo relazionale: ci si ascolta ascoltando, ci si tocca immaginando, si esplora la propria corporeità attraverso l’altro, ma senza l’urgenza della prestazione.

Un recente studio di Rojo López et al. (2021), pubblicato su Frontiers in Psychology, ha evidenziato come, anche in assenza di stimoli visivi, l’audio erotico generi risposte fisiologiche (come l’aumento del battito cardiaco o la riduzione del cortisolo) e una forte attivazione emotiva. Le donne cieche coinvolte nella ricerca hanno mostrato un coinvolgimento narrativo e un’eccitazione sessuale comparabili a quelle delle partecipanti vedenti. Non solo: il gruppo non vedente ha riportato un calo del “negative affect” dopo l’ascolto, suggerendo che la narrazione erotica abbia un potenziale regolativo sulle emozioni, un’azione terapeutica sul corpo e sull’umore.

Da un punto di vista simbolico, si potrebbe leggere questa tendenza come un ritorno all’oralità primaria: il desiderio si slega dallo sguardo edipico e torna alla voce, al suono, ad una forma più arcaica e forse più profonda di connessione. Il porno che si ascolta, in questo senso, non è solo un prodotto culturale ma un dispositivo psichico: una soglia tra l’Io e l’altro, tra la fantasia e l’alterità.

L’ascolto erotico, infine, permette di immaginare nuovi scenari terapeutici. Può diventare strumento clinico per accompagnare soggetti che vivono blocchi sessuali, inibizioni, difficoltà a rappresentarsi sessualmente. Per le donne con dispareunia o vaginismo, per chi ha subito abusi e fatica a tollerare il contatto fisico, per persone neurodivergenti o disabili visivi, l’audio erotico può offrire un percorso graduale e rispettoso di riscoperta del desiderio.

Il porno sonoro, quindi è sia una nuova modalità di consumo, che una possibilità narrativa per riformulare la sessualità in termini di agency, di immaginazione, di intimità. Soprattutto, è un modo per sottrarre il piacere alla logica della performance e restituirlo a quella della presenza.

TIROCINANTE: AURORA CANNIZZARO

TUTOR: MAURIZIO LEUZZI

BIBLIOGRAFIA

Fryer, L., & Freeman, J. (2013). Presence and narrative voice in audio description. Journal of Visual Impairment & Blindness, 107(5), 336–347.

Green, M. C., & Brock, T. C. (2013). Transportation into narrative worlds: The role of imagery, attention, and emotion. In M. C. Green, J. J. Strange, & T. C. Brock (Eds.), Narrative impact: Social and cognitive foundations (pp. 315–341). Psychology Press.

Hamilton, L. D., Rellini, A. H., & Meston, C. M. (2008). Cortisol, sexual arousal, and affect in response to sexual stimuli. Journal of Sex & Marital Therapy, 34(3), 199–213.

Rojo López, A. M., Ramos Caro, M., & Espín López, L. (2021). Audio described vs. audiovisual porn: Cortisol, heart rate and engagement in visually impaired vs. sighted participants. Frontiers in Psychology, 12, 661452.

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