in Devianza e Parafilie, Sexlog

Acrotomofilia è il termine utilizzato per riferirsi a quella particolare forma di attrazione sessuale verso persone con disabilità, sia fisica che cognitiva. A risultare eccitanti possono essere le difficoltà che l’altra persona riscontra nel quotidiano, vedere gli arti amputati o immaginarli, oppure le protesi che la persona usa. E’ necessario chiarire che non tutti coloro che sono attratti da qualcuno con disabilità sono acrotomofili poiché a caratterizzare questo interesse è il fatto che la persona abbia valore solo in quanto disabile e non in quanto persona nella sua totalità.

Nel linguaggio comune i soggetti con questo interesse si riferiscono a se stessi come “devotee” e definiscono il loro interesse “devotismo”. Il devotee (devoto), per definizione, è colui che è sessualmente attratto da persone disabili e dai loro ausili, e che soddisfa tali desideri e fantasie attraverso la pornografia o attraverso incontri vis a vis.

A seconda dello specifico interesse si possono individuare diverse categorie:
• Caster, l’amante dei gessi
• Amputee, che predilige le amputazioni
• Loverwheelchair, che ama le sedie a rotelle
• Loverpolio, l’amante dei poliomielitici
L’apotemnofilia, è la parafilia in cui l’eccitazione sessuale è scatenata dalla fantasia di essere amputati, assumendo due ruoli:
• Il pretender (da to pretend, fingere) ha un comportamento socialmente poco accettato e visto come bizzarro, motivo per cui diviene essenziale nascondersi. Un pretender è un soggetto che finge di essere disabile poiché questo lo eccita sessualmente; tendenzialmente, questi individui agiscono le loro fantasia in completa sicurezza e la loro incolumità fisica non è compromessa.
• Il wannabe (vorrei diventare) è un soggetto che vorrebbe diventare disabile e questo desiderio può manifestarsi dapprima attraverso una recita (dunque come farebbe un pretender) per poi arrivare all’amputazione, agita da sé o da altri. Proprio per tale ragione in questi casi è necessaria un’accurata valutazione clinica.

Mian e Lacalamita (2007) riportano che nei devoti molto spesso vi è una compromissione dell’area sociale, lavorativa e relazionali, elementi che denotano l’interesse parafilico come disturbo.
Jhon Money, il noto psicologo che si occupò per primo della disforia di genere, portò alla luce esperienze molto diverse. In una sua pubblicazione del 1984 riportò importanti informazioni in merito.

L’eziologia di questi due interessi era, e rimane tutt’oggi, sconosciuta, si notò però che le prime fantasie iniziano a comparire in età puberale e rimangono stabili nel corso della vita. In età adulta le persone imparano a convivere con queste parafilie che si manifestano in maniera non patologica: sono in grado di stabilire relazioni romantiche e sessuali stabili e durature, soddisfacendo le loro fantasie con persone adulte, consenzienti e senza ledere nessuno. Tuttavia, si riconosce che in alcuni casi le cose possano essere ben diverse: alcuni soggetti possono auto-amputarsi o amputare qualcuno pur di avere gratificazione sessuale, oppure ci possono essere casi di abuso perpetrato nei confronti di disabili non consenzienti.

Data la delicatezza della questione è di fondamentale importanza, dal punto di vista clinico, un’accurata anamnesi e diagnosi differenziale per poter escludere che il soggetto sia motivato da uno stato psicotico e per valutare la presenza di rischio (per sé o per l’altro); va ovviamente valutato se la persona coinvolta esprima un consenso informato (ovvero se consapevole delle pratiche e se consenziente).

 

Tutor: Maurizio Leuzzi
Tirocinante: Valeria Manni

 

BIBLIOGRAFIA
-E.Mian e C. Lacalamita (2007), Devoti – Devotee, Viaggio all’interno di un fenomeno inesplorato. Edizione Phasar.
-Money, J., Simcoe, K.W. Acrotomophilia, sex and disability: New concepts and case report. Sex Disabil 7, 43–50 (1984). https://doi.org/10.1007/BF01101829

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