Recensione a cura della tirocinante Caterina Borrelli
Diretto da David Cronenberg e uscito nel 2011, “A Dangerous Method” racconta una delle vicende più affascinanti della storia della psicoanalisi, incentrandosi sulle vite di tre figure chiave: Carl Gustav Jung (interpretato da Michael Fassbender), Sigmund Freud (Viggo Mortensen) e Sabina Spielrein (Keira Knightley). Al di là delle dinamiche storiche e biografiche, il film esplora con grande intensità i complessi intrecci emotivi e psicologici che legano i tre protagonisti, sollevando questioni cruciali riguardo al controtransfert erotico, nonché ai temi di Eros e Thanatos che permeano la vita e il pensiero di Jung e Freud.
Il controtransfert è appunto un concetto psicoanalitico chiave, introdotto da Freud per descrivere le risposte inconsce del terapeuta alle emozioni del paziente. Nel film, questo tema viene esplorato in modo esplicito nella relazione tra Jung e Spielrein, una delle sue prime pazienti. Spielrein, affetta da isteria, è sottoposta alla “cura della parola”, un trattamento che, come illustrato nel film, permette di esprimere e analizzare i propri traumi e desideri repressi. Tuttavia, il rapporto tra i due ben presto trascende i limiti del contesto terapeutico, evolvendosi in una relazione di natura sessuale. Questo sviluppo rappresenta un chiaro esempio di controtransfert erotico: Jung, che è inizialmente attratto dall’intelligenza e dalla vulnerabilità di Spielrein, finisce per essere coinvolto in un legame amoroso che confonde il confine tra terapeuta e paziente. Il controtransfert erotico si manifesta qui come la difficoltà di Jung a gestire i propri sentimenti erotici nei confronti della paziente, un aspetto che non solo contraddice le regole etiche della pratica clinica, ma sottolinea anche il suo conflitto interiore tra dovere professionale e desideri personali.
Dal punto di vista psicologico, questo legame è particolarmente problematico. Jung, sebbene consapevole dei rischi, si lascia travolgere dall’attrazione per Spielrein, dimostrando come il terapeuta possa talvolta essere risucchiato dalle dinamiche inconsce del paziente. Spielrein, d’altro canto, sviluppa una dipendenza emotiva ed erotica verso Jung, che rispecchia il concetto di transfert, ossia la tendenza del paziente a proiettare sul terapeuta emozioni e desideri legati a figure significative della propria infanzia. In questo caso, Spielrein vede in Jung una figura paterna, che per lei fu abusante, e un amante, un uomo che può guarirla ma anche completare i suoi desideri repressi. La rappresentazione di questo controtransfert erotico è uno dei punti più delicati del film. Nonostante la relazione tra Jung e Spielrein non possa essere giustificata da un punto di vista etico, il film sottolinea la complessità di gestire l’intensità delle emozioni che emergono in un setting analitico. La dinamica tra terapeuta e paziente è costantemente attraversata da tensioni erotiche e desideri inconsci, il che rende il compito del terapeuta estremamente delicato.
Un altro tema fondamentale che emerge con forza in “A Dangerous Method” è quello delle pulsioni di Eros e Thanatos. Freud descrive Eros come la pulsione di vita, legata al desiderio, alla sessualità e alla creazione, mentre Thanatos rappresenta la pulsione di morte, ossia l’istinto di distruzione e autolesionismo. Queste due forze opposte operano costantemente nell’inconscio umano, e il film ne offre una rappresentazione viscerale e potente.
In Sabina Spielrein vediamo chiaramente l’interazione di queste due pulsioni. All’inizio, il personaggio è schiacciato dal suo disturbo isterico, una malattia che simboleggia il suo profondo conflitto interno tra un bisogno di autodistruzione (Thanatos) e un desiderio di esprimere e vivere la propria sessualità (Eros). La sessualità di Spielrein è infatti profondamente repressa, ma si manifesta nei suoi attacchi isterici e nel suo comportamento sottomesso. Tuttavia, attraverso la relazione con Jung, Spielrein inizia a riconciliarsi con la propria sessualità, a trasformare l’Eros distruttivo in una forza creativa. Anche Jung stesso è profondamente influenzato da queste pulsioni opposte. Il suo rapporto con Spielrein è impregnato di Eros, ma allo stesso tempo porta con sé il germe dell’autodistruzione. La relazione extraconiugale che instaura con la propria paziente minaccia di distruggere la sua carriera, il suo matrimonio e la sua stessa stabilità emotiva. In questo contesto, Thanatos si manifesta non solo come una pulsione distruttiva interna, ma come un rischio concreto per la sua vita professionale e personale.
Il concetto di Eros e Thanatos è ulteriormente elaborato nelle discussioni tra Freud e Jung. Freud è più pessimista rispetto al ruolo delle pulsioni umane, riconoscendo che Thanatos è una forza potente e ineluttabile. La sua concezione della psicoanalisi è radicata in una visione della mente umana come profondamente conflittuale, in cui le pulsioni sessuali sono costantemente in bilico con quelle distruttive. Al contrario, Jung sembra più aperto a una visione integrativa di queste pulsioni. Egli crede che l’uomo possa conciliare gli opposti e trovare un equilibrio tra Eros e Thanatos, in una sorta di alchimia psichica. Questo contrasto tra le due prospettive è uno dei motori centrali della rottura tra Freud e Jung, che il film rappresenta con finezza e profondità.
Un ulteriore aspetto cruciale del film è il percorso di crescita di Spielrein, che evolve da paziente afflitta da una grave isteria a una delle prime donne psicoanaliste. La sua trasformazione si lega indissolubilmente al concetto di Eros. Sabina non è solo una paziente, ma una mente brillante che contribuisce in modo significativo alla teoria psicoanalitica, in particolare con le sue riflessioni sull’idea della pulsione di morte. Nella realtà, e come suggerito dal film, Spielrein anticipa alcuni concetti che Freud avrebbe poi formalizzato. Nel film, Spielrein utilizza la sua esperienza personale per esplorare la natura distruttiva della sessualità umana, arrivando a una comprensione complessa del potere trasformativo di Eros. Il suo rapporto con Jung, per quanto doloroso e controverso, le permette di canalizzare la sua energia creativa e trovare una nuova identità. In altre parole, il film suggerisce che la stessa relazione che rischia di distruggerla diventa, in ultima analisi, una fonte di guarigione e creazione.
“A Dangerous Method” è dunque un film che esplora con grande sensibilità i complessi dinamismi psicologici alla base della psicoanalisi, offrendo uno sguardo affascinante sul ruolo del controtransfert erotico e sulle pulsioni di Eros e Thanatos. La relazione tra Jung e Spielrein rappresenta un chiaro esempio delle difficoltà insite nel mantenere una distanza terapeutica appropriata, mentre i dialoghi tra Freud e Jung ci offrono una profonda riflessione filosofica sulle forze opposte che governano la psiche umana. Dal punto di vista psicologico, il film è una rappresentazione potente delle dinamiche del transfert e controtransfert, oltre che un’esplorazione acuta delle pulsioni di vita e di morte. Il percorso di Sabina Spielrein , che passa da paziente a psicoanalista, è simbolico del potere trasformativo dell’Eros, che può tanto distruggere quanto creare, a seconda di come viene gestito.
Bibliografia
- Carotenuto, A. (1999). Diario di una segreta simmetria Sabina Spielrein tra Jung e Freud (2a ed.).
- Astrolabio.
- Freud, S. (2007). Al di là del principio del piacere (Vol. 73). Pearson Italia Spa.
- Launer, J. (2015). Carl Jung’s relationship with Sabina Spielrein: A reassessment. International
- Journal of Jungian Studies, 7(3), 179-193. SITOGRAFIA Fiore, F. (2018, 26 febbraio). A Dangerous Method: una kermesse che vive più di Eros che di Thanatos. State of Mind. https://www.stateofmind.it/2011/11/dangerous-method/