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Il legame abuso sessuale e sessualità adulta è stato spesso esplorato, mettendo in luce come talvolta l’esperienza di abuso dia origine a disfunzioni sessuali, mentre in altri casi al circolo dell’abusato-abusante. Tuttavia, l’abuso sessuale può dare origine anche a disturbi del comportamento alimentare, che hanno a che fare con la sessualità in modo meno diretto ed intuitivo.

Cohen (2020) fa notare come le persone che hanno vissuto un abuso sessuale ricorrano al cibo per placare quegli stati emotivi che sembrano divorarli dall’interno e ripristinare un senso di tranquillità: il cibo non abusa di loro, non li tradisce, non li abbandona o rifiuta. Il cibo, a differenza delle persone, risponde ai loro bisogni emotivi. Inoltre, sembra che l’evento traumatico sia stato tanto intenso da disorganizzare le loro percezioni, per cui la rabbia, la paura, la fame saranno propriocezioni difficili da distinguere.
I due disturbi del comportamento alimentare (DCA) più comuni sono la bulimia e l’anoressia.

Il DSM-5-TR definisce l’anoressia nervosa come caratterizzata da:
• Restrizione dell’apporto energetico relativo al bisogno, che induce un significativo basso peso relativamente all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica. Un significativo basso peso è definito come un peso minore del minimo normale o, per i bambini e gli adolescenti, minore del minimo atteso.
• Intensa paura di aumentare di peso o d’ingrassare, o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, nonostante un peso significativamente basso.
• Anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo; inappropriata influenza del peso e della forma del corpo sulla propria autostima, o persistente perdita della capacità di valutare la gravità della attuale perdita di peso.
Specificare se:
1. Con Restrizioni durante gli ultimi tre mesi (1 tipo)
2. Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione durante gli ultimi tre mesi (2 tipo)

Il DSM-5-TR definisce la bulimia nervosa come caratterizzata da:
• Ricorrenti episodi di abbuffate (il consumo incontrollato di quantità insolitamente elevate di cibo) che sono accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo sul mangiare e che si verificano, in media, almeno 1 volta/settimana per 3 mesi
• Ricorrenti comportamenti inadeguati di compensazione per influenzare il peso corporeo (in media, almeno 1 volta/settimana per 3 mesi)
• Autovalutazione che è indebitamente influenzata dalla forma del corpo e preoccupazioni per il peso

La psicoanalisi da una spiegazione ben precisa ai diversi comportamenti che caratterizzano questi due disturbi. Ross facendo riferimento a donne abusate da uomini, spiega che ogni comportamento ha un significato simbolico correlato all’esperienza di abuso.
Le condotte di compensazione tipiche dell’anoressia nervosa di tipo 2 e della bulimia hanno lo scopo di ripulire il corpo dal seme dell’abusatore; l’atto del vomitare in particolare ha anche il significato simbolico di rifiutare e vomitare il pene, in risposta ad una fellatio forzata, e di vomitare quel dolore e quella rabbia provate durante e dopo l’evento.

L’eccessiva magrezza e la tendenza a ridurre costantemente il peso corporeo tipica dell’anoressia ha tre diversi significati. Il primo è rendersi invisibile agli occhi dell’abusatore, una conseguenza del pensiero magico che caratterizza l’infanzia e a cui il soggetto abusato, inconsciamente, ricorre anche da adulto.

Il secondo significato è connesso al desiderio di annullare le proprie forme, di rendersi il meno attraente possibile con lo scopo di evitare l’abuso, anche se questo è avvenuto in età prepuberale. Sebbene questa sembri essere una conseguenza illogica, un’incongruenza del pensiero, è frutto dell’impatto negativo che l’abuso ha avuto sulla psiche del soggetto, che pur di non dover fronteggiare l’esperienza emotiva connessa all’episodio si dissocia dalle realtà. L’ultimo significato è meno intuibile ma altrettanto connesso: dimagrire eccessivamente porta alla perdita delle mestruazioni, un chiaro richiamo al sangue perso durante l’esperienza di abuso.

L’autore affronta anche il tema dell’obesità nell’ottica di una dipendenza dal cibo dal duplice significato. Il primo, anche in questo caso, è la speranza di rendersi poco attraenti agli occhi dell’abusatore ingrassando notevolmente; il secondo è colmare quel vuoto spirituale, descritto come un “buco nello stomaco”, lasciato dalla violenza subita.

Questa prospettiva pone in evidenza come l’esperienza di abuso sessuale ha una natura traumatica tanto forte da essere dirompente, da creare degli squilibri psichici tanto forti da necessitare di difese primitive quali il ricorso al pensiero magico e la dissociazione, per permettere al soggetto la sopravvivenza.

Tutor: Maurizio Leuzzi
Tirocinante: Valeria Manni

 

Bibliografia
-Cohen, M. (2020). Sexual Abuse and Eating Disorders: What’s the Connection?. Psych Central.
-Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition Text Revision, DSM-5-TRTM, Feeding and eating disorders.
Ross CA. Psychodynamics of eating disorder behavior in sexual abuse survivors. Am J Psychother. 2009;63(3):211-26. doi: 10.1176/appi.psychotherapy.2009.63.3.211. PMID: 19845087.

Bibliografia
Cohen, M. (2020). Sexual Abuse and Eating Disorders: What’s the Connection?.Psych Central.

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