Quando si parla di orientamento sessuale sembra che sia le ricerche in ambito psicologico che le credenze di senso comune siano caratterizzate da una visione dicotomica (eterosessuale o omosessuale). Da un lato, la letteratura psicologica è dominata prevalentemente da ricerche in cui la direzione dell’attrazione sessuale e romantica è rivolta verso un unico genere sessuale; la bisessualità è menzionata solo in un terzo dei manuali di psicologia più popolari e risulta notevolmente assente nel campo degli studi interdisciplinari ”queer”. Dall’altro lato, le credenze comuni sull’orientamento sessuale ricalcano un modello simile: le persone vengono considerate come omosessuali o eterosessuali mentre i bisessuali sono percepiti come individui che si collocano “nel limbo”, in transizione tra l’identificazione come eterosessuali o lesbiche/gay.
Nonostante i bisessuali siano il gruppo più numeroso all’interno della comunità LGBTQ+, si può dire che occupino una posizione precaria di minoranza sociale e spesso sono bersaglio di pregiudizi provenienti sia dall’interno della stessa comunità gay/lesbica, che dal gruppo degli eterosessuali (doppio stigma).
Un tema ricorrente che caratterizza gli atteggiamenti negativi verso la bisessualità è che non si tratti di un orientamento sessuale autentico e stabile. Da un lato si assiste alla tendenza a percepire le persone bisessuali come se fossero dei gay o delle lesbiche che negano la propria omosessualità e hanno timore di “uscire allo scoperto”, dall’altro la bisessualità viene intesa come un orientamento transitorio e mutevole, per cui si tratta solo di una fase di indecisione che prima o poi le persone dovranno superare. Presi insieme, questi atteggiamenti e stereotipi mettono in dubbio la validità della bisessualità come orientamento sessuale e contribuiscono a delineare una visione dei bisessuali come persone poco affidabili.
Un altro aspetto interessante è l’impatto che la visione etero normativa e androcentrica del desiderio sessuale ha sulla rappresentazione dell’orientamento bisessuale. Le donne bisessuali tendono ad essere percepite più frequentemente come eterosessuali, che sperimentano l’attrazione verso lo stesso sesso per soddisfare le fantasie dei partner eterosessuali; ciò contribuisce a generare una visione della bisessualità come una performance, una “curiosità”. Al contrario, quando si tratta di uomini, la bisessualità viene percepita come l’espressione di un’omosessualità repressa, poiché qualsiasi contatto sessuale tra individui di sesso maschile viola le norme culturali sulla mascolinità e risulta indesiderabile e stigmatizzato.
Anche all’interno della comunità LGBTQ+ si assiste spesso alla medesima invalidazione della bisessualità maschile, spesso considerata un tentativo degli uomini gay di evitare il coming out per limitare lo stigma e mantenere il “privilegio” eterosessuale. In entrambi i casi, ad ogni modo, la sessualità sia delle donne che degli uomini bisessuali sembra essere percepita come non autentica ma orientata verso gli uomini (rispettivamente eterosessuali e gay), come se la bisessualità quale orientamento sessuale non esistesse.
Un secondo gruppo di stereotipi e di atteggiamenti negativi verso le persone bisessuali riguarda la presunta tendenza a trasgredire e alla promiscuità. I bisessuali sono percepiti come sessualmente più a rischio e portatori di infezioni a trasmissione sessuale e come maggiormente infedeli e incapaci di avere una relazione monogama. Tra le persone gay/lesbiche risulta presente la credenza che prima o poi il partner bisessuale interromperà la relazione omosessuale per beneficiare dei privilegi di una relazione eterosessuale, in quanto meno stigmatizzata.
Gli atteggiamenti pregiudiziali e la mancanza di supporto sociale hanno un impatto negativo sulla salute mentale e fisica delle persone bisessuali, le quali sperimentano tassi di depressione ed abuso di sostanze più elevati delle persone eterosessuali o omosessuali. Considerando che molte di queste disparità e dei loro effetti sulla salute vengono normalmente compensati dall’azione della rete sociale e dalla comunità di appartenenza, è meno probabile per le persone bisessuali poter beneficiare di questo supporto, dato che riferiscono di sentirsi isolati, sia dentro la comunità LGBTQ+ che al di fuori di essa. Per limitare gli effetti pericolosi di questa discriminazione, si potrebbero sfatare alcuni dei grandi pregiudizi discussi nell’articolo. Potremmo affermare che le persone bisessuali non sono né confuse, né promiscue, né infedeli. O, per meglio dire, queste caratteristiche posso appartenere a qualunque individuo.
Tirocinante: Giulia Monaco
Tutor: Maurizio Leuzzi
Riferimenti:
-Matsick J.L., Rubin J.D. (2018), “Bisexual Prejudice Among Lesbian and Gay People: Examining the Roles of Gender and Perceived Sexual Orientation” Psychology of Sexual Orientation and Gender Diversity,Vol. 5, No. 2, 143–155
-https://www.istitutobeck.com/beck-news/i-pregiudizi-sulla-bisessualita