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La sessualità è un’esperienza che può trascendere la dimensione meramente fisica, per aprirsi a stati modificati di coscienza in cui il corpo, l’identità e il tempo ordinario sembrano dissolversi. Pratiche erotiche ritualizzate come il tantra, il sesso rituale, il breathwork erotico e la meditazione orgasmica sono state descritte da chi le pratica come vie d’accesso a stati di trance, unioni mistiche, regressioni terapeutiche o esperienze di picco simili a quelle spirituali. In Occidente, tuttavia, la sessualità è spesso ridotta alla performance o alla riproduzione, perdendo il suo potenziale trasformativo.

Gli stati modificati di coscienza (SMC) sono stati psicofisiologici differenti dalla veglia ordinaria, caratterizzati da cambiamenti nell’attività cerebrale, nella percezione corporea e nella temporalità. Possono essere indotti da sostanze, pratiche meditative, ipnosi o esperienze somatiche intense, come la danza, il dolore o la sessualità. Quando si verificano durante l’attività sessuale, questi stati sono spesso descritti come momenti di fusione, estasi, regressione profonda o “perdita del sé”. Il tantra – nelle sue forme più note in Occidente – è una disciplina spirituale e corporea che integra respirazione, movimento, contatto, visualizzazione e ritualizzazione dell’energia sessuale. Non si tratta di una tecnica per “fare meglio l’amore”, ma di un percorso di espansione della coscienza attraverso l’energia erotica, in un contesto relazionale e consapevole. Altre pratiche simili includono il sesso rituale neo-pagano, il Tao dell’amore, e i rituali tantrici moderni integrati con il lavoro corporeo.

Non esistono statistiche precise sulla diffusione delle esperienze di trance sessuale, ma numerosi studi qualitativi e testimonianze riportano un aumento della pratica di tantra, workshop di sessualità sacra, bodywork erotico e sessualità consapevole, soprattutto in contesti terapeutici, spirituali o alternativi. Queste pratiche sono spesso scelte da persone in cerca di una maggiore connessione con il corpo, di guarigione da traumi, o di superamento di blocchi emotivi e sessuali. L’eziologia degli stati di trance erotica risiede nella combinazione di elementi corporei (stimolazione sensoriale ritmica, respirazione prolungata), psicologici (fiducia, abbandono, regressione), relazionali (intimità profonda, sintonizzazione) e simbolici (ritualizzazione, intenzionalità). La pratica del tantra, in particolare, attiva contemporaneamente il sistema nervoso parasimpatico (rilassamento) e l’arousal sessuale, creando una condizione neurofisiologica unica: uno stato iperarroused ma calmo, in cui si accede a un’espansione del sentire.

L’esplorazione della dimensione trance nella sessualità può avere profonde implicazioni terapeutiche. Persone con storia di trauma, dissociazione o alessitimia riportano spesso un’esperienza erotica anestetizzata, compulsiva o frammentata. Le pratiche tantriche e rituali offrono un modo per “riscrivere” la mappa sensoriale del corpo, favorendo una riattivazione del piacere attraverso la sicurezza, la lentezza e la consapevolezza. La respirazione circolare e il connected breathing – tecniche centrali nel tantra e nel rebirthing – facilitano il rilascio emozionale e l’attivazione del sistema limbico. La vocalizzazione spontanea e il movimento ritmico possono completare risposte emotive bloccate, simili a quanto avviene nel Somatic Experiencing. In queste condizioni, il corpo entra in uno stato di trance leggera in cui il confine tra sé e altro, tempo e spazio, si dissolve temporaneamente. Questo stato non è patologico, ma può essere regolativo e riparativo. Dal punto di vista gestaltico, l’esperienza di trance erotica può essere vista come un processo di contatto pieno e amplificato con l’esperienza presente, in cui le polarità corporee (attivo/passivo, dentro/fuori, tensione/abbandono) vengono attraversate in modo creativo. Il rituale erotico diventa uno spazio simbolico in cui antiche emozioni – rabbia, dolore, desiderio – possono emergere e trasformarsi attraverso il corpo, il respiro e il contatto. Nel setting clinico, l’integrazione del tantra come strumento terapeutico va trattata con cautela, rispetto e competenza. Non si tratta di riprodurre pratiche sessuali in terapia, ma di ispirarsi alla loro struttura per lavorare su:

  • consapevolezza interocettiva,
  • confine corporeo,
  • fiducia e abbandono,
  • piacere e vulnerabilità.

Alcuni terapeuti somatici lavorano con il body dearmoring, una tecnica di massaggio consapevole volta a sciogliere le corazze corporee legate alla sessualità, in sinergia con l’elaborazione verbale del vissuto emotivo. Anche tecniche di immaginazione attiva e movimento autentico possono riprodurre, in sicurezza, la dimensione trance erotica e favorire l’integrazione del Sé erotico.

 La sessualità ritualizzata e la trance erotica rappresentano dimensioni ancora poco esplorate dalla sessuologia clinica, ma ricchissime di potenziale terapeutico. Attraverso il corpo, il respiro e la relazione, è possibile accedere a stati di coscienza che favoriscono l’integrazione emotiva, la regolazione affettiva e la riscoperta del piacere come diritto e come via di cura. Il corpo in trance non è un corpo folle o pericoloso, ma un corpo vivo, intelligente, che cerca espansione, contatto e guarigione. Integrare nella psicoterapia queste dimensioni significa restituire al sesso la sua dignità sacra, incarnata e trasformativa, e offrire alle persone nuove possibilità di vivere il proprio erotismo come esperienza piena, consapevole e liberatrice.

Tirocinante: Laura De Angelis

Tutor: Maurizio Leuzzi

Bibliografia

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  8. Wade, J. (2004). Transcendent Sex: When Lovemaking Opens the Veil. Pocket Books.
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