Chi tace… distrugge!

Il silenzio rappresenta una delle forme di comunicazione più temute nelle interazioni sociali in quanto può creare una situazione di dubbio ed incertezza. Esso rappresenta un elemento del para-linguaggio ossia qualcosa che va al di là di quello che verbalizziamo. Ma quale significato può essere espresso dal silenzio quando viene utilizzato all’interno della coppia? A questa domanda non è possibile dare una spiegazione univoca ma si può certamente definire quali effetti psicologici può comportare un uso prolungato ed ingiustificato del silenzio.

Molte volte non riusciamo a trovare le parole giuste per comunicare con il nostro partner e spesso tendiamo a stare in silenzio lasciando all’altro la responsabilità di dargli un significato. Molte volte questo significato non viene colto o mal interpretato e ciò può causare litigio e, in molti casi, la rottura della coppia. Esso può essere intriso di significati più o meno piacevoli o nascondere un disagio inespresso che non viene accolto ma continua così ad alimentarsi. La scuola di Palo Alto (Scuola di Psicoterapia statunitense, rinomata per aver dato il via alla terapia breve) dice che é impossibile non comunicare. Ad una domanda fatta ci si aspetta una risposta e quando questa, ripetutamente non arriva, alla base vi è un problema di comunicazione, uno dei peggiori che può interessare la relazione. Quando il silenzio viene vissuto con angoscia da chi lo subisce, non è mai efficace ma viene vissuto come una vera e propria umiliazione, con conseguente sgretolamemto progressivo della propria autostima e del proprio senso di esistenza, per l’altro e poi per il mondo. La persona, vittima del silenzio, si sente dominata dal proprio partner e ogni suo atto di ribellione a questa condizione viene ricambiato con ulteriore silenzio che getta con più vigore nell’angoscia, nella frustrazione e soprattutto nella sottomissione.

Il silenzio potrebbe risultare efficace quando nel qui ed ora non si vuole alimentare un eccesso di collera da parte del partner o perchè in quel momento non si dispone delle risorse necessarie per fronteggiare la situazione. Si resta in silenzio per calmare il/la proprio/a partner, per poi ritornare a parlarne in toni, certamemte più amorevoli. Il problema si pone quando quei toni e quel chiarimento non arrivano più e la vittima del silenzio diviene vittima dell’indifferenza: l’indifferenza che appartiene a quella persona che per propri disagi interni non è piu in grado di comunicare con l’altro. Si mette in pratica un atteggiamento così passivo ma che cela una delle peggiori aggressioni che si possano infliggere, specialmente, quando in gioco vi sono dei sentimenti.

Probabilmente chi abusa del silenzio nella coppia è perchè non ha il coraggio di ammettere a sè stesso e all’altro che la relazione è giunta al capolinea, che la forza che animava il rapporto ha cessato di esistere. Un silenzio che nasce, molto spesso, dalla voglia di urlare il proprio bisogno di libertà ed indipendenza di fronte ad un partner per troppo tempo oppressivo, geloso ed invalidante. Ci si chiude in un mutismo assordante, dove si inizia a vivere da spettatori il triste epilogo della propria relazione. Il silenzio miete due vittime, chi lo pratica e chi lo subisce, ma in ogni caso, quando immotivato e duraturo, rappresenta l’arma più subdola e meschina con cui si colpisce l’altro.

È necessario comunicare sempre, anche il proprio disagio interno, in maniera assertiva e costruttiva perchè come disse il filosofo Jean-Paul Sartre “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”.

 

A cura del tirocinante IISS: Simone Lamberto

Tutor: Davide Silvestri

 

SITOGRAFIA:

http://www.ordinepsicologilazio.it/blog/giovani-in-movimento-scelgo-dunque-sono/ti-parlo-silenzio/;

https://www.riza.it/psicologia/comunicazione/2079/le-parole-non-dette-fanno-male-alla-coppia.html;

https://lamenteemeravigliosa.it/gli-enigmi-del-silenzio/;

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