Quando si sente parlare o si legge scorrendo le categorie di siti pornografici di glory hole o foro della gloria si vuole intendere un buco praticato attraverso una parete o un divisorio nel quale la persona con il pene può infilare il proprio organo genitale o, questo vale per chiunque, osservare altri impegnati in atti sessuali (voyeurismo).
La peculiarità di questa pratica è proprio l’anonimato: chiunque può osservare o praticare, senza sapere chi c’è dall’altra parte del muro.
Tipicamente, la rappresentazione classica dei glory hole prevede l’inserimento del pene all’interno del foro, e un’altra persona che dall’altra parte inizia a praticare rapporti orali, masturbazione o viene penetrata senza mai scoprire con chi stia avendo un rapporto sessuale.
Ovviamente ci possono essere variazioni di questa scena classica: persone che utilizzano sex toys, ruoli ribaltati in cui è la persona con vagina a posizionare il proprio organo all’interno del foro, fino ad arrivare a scene durante le quali, magari in un ostello (pensiamo ai video come i fake hostel), compare un foro nel materasso del letto a castello superiore e la persona al di sotto si comporta esattamente come se questo fosse un glory hole.
Al di là della regia pornografica i glory hole si possono trovare all’interno di luoghi d’incontro per adulti quali dark room, sex club, club privè, essere ricreati nei play party e non solo.
Il sito gloryshole.com mette a disposizione una mappa in continuo aggiornamento dei glory holes presenti in tutta Italia.
Bisogna comunque specificare che questa pratica è molto rischiosa poiché quasi mai viene utilizzato il preservativo. Dunque ci si espone ad un alto rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, anche perché il livello igienico è un’incognita non sapendo chi c’è al di là del foro.
L’espressione glory hole o foro della gloria ha un’etimologia confusa a causa delle varie interpretazioni. Anticamente la gloria si riferiva anche all’erezione, ma quest’espressione poteva riferirsi sia ad un’apertura tecnica studiata appositamente per raggiungere più agevolmente l’interno di una fornace, oppure ad un termine nautico che indicava quel tipo di foro.
A livello storico questa pratica ha presumibilmente radici proprio nel mondo marittimo, poiché i marinai rimanendo a lungo fuori casa, in mancanza d’altro, ricorrevano al sesso omosessuale e voyeuristico tramite questi fori sulla nave. Queste definizioni iniziano a diffondersi dal 1800, mentre nel 1940 acquisiscono un’accezione negativa e sessuale legata all’omosessualità, all’epoca reato perseguibile in paesi come l’Australia.
Proprio una persona omosessuale, Neil Buckley, riporta la sua esperienza a Perth, in Australia: << Visto che era illegale, dovevamo appartarci in luoghi fuori mano e quelli per molti uomini erano gli unici posti dove potevano incontrare altri uomini: nei club era ancora illegale>>. Bucley racconta di quando nei bagni pubblici veniva scavato un foro che al momento giusto, indicato da un segnale specifico, veniva riempito dall’organo genitale di uno sconosciuto, nel completo anonimato, dando il via a preliminari o all’atto penetrativo.
A volte poteva accadere che i poliziotti organizzassero delle vere e proprie imboscate contro le persone omosessuali in questi bagni, dando il via ad arresti e umiliazioni pubbliche.
Grazie a Bucley nel 1988, durante la ristrutturazione della stazione ferroviaria di Perth, è stata recuperata una porta di legno di uno dei bagni in cui era stato aperto un glory hole. Questa porta è stata donata al WAM, il Western Australian Museum, definendola come un pezzo di storia che testimonia la persecuzione contro la comunità omosessuale, i cui rapporti sono diventati legali solo nel 1990. Il WAM ha accolto positivamente la donazione, con il sostegno di Alec Coles il quale sostiene che i musei hanno il dovere di rappresentare le società nella loro interezza, senza moralismi.
Anche David Templeman ha concordato: <<lo scopo del WAM è quello di documentare le storie delle diverse comunità e preservarne la memoria>>. Tony Krsticevic, ministro locale del Liberal Party of Australia, invece sostiene che non ci possa essere posto per un glory hole in un museo, essendo di cattivo gusto, nonostante sia un pezzo di storia. Secondo Krsticevic <<La porta rappresenta l’atto illegale di fare sesso in un luogo pubblico, cosa che è stato un flagello per gli abitanti dell’Australia occidentale che cercavano di utilizzare le strutture pubblich>>.
Tirocinante: Ilaria Labarile
Tutor: Cristiana Sardellitti
Bibliografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Glory_hole
https://www.gloryshole.com/it/italia
https://www.ilgrandecolibri.com/glory-hole-cosa-sono/