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Recensione a cura della tirocinante Ilaria Peroni

 

“Nymphomaniac” è un film d’arte danese in due parti, scritto e diretto da Lars von Trier. La storia inizia con Seligman, un vecchio scapolo, che trova Joe, una donna picchiata, in un vicolo e la porta nel suo appartamento per prendersi cura di lei. Joe inizia a raccontare la storia della sua vita, descrivendo il suo viaggio come ninfomane autodiagnosticata. Joe narra delle sue prime esperienze sessuali durante l’infanzia, per poi passare alla prima età adulta, caratterizzata da un insaziabile appetito sessuale.

I rapporti che la donna intrattiene risultano distaccati e puramente orientati al piacere fisico. Inoltre, condivide la storia del suo stretto rapporto con il padre e del trauma profondo causato dalla sua morte.
Il termine “ninfomania” fu coniato nel 1771 dal medico francese J. D. T. de Bienville, che lo utilizzò per la prima volta nel suo studio “La Nymphomanie, ou Traité de la fureur utérine”. Inizialmente considerata come una patologia sessuale femminile caratterizzata da una compulsiva ricerca di partner, spesso accompagnata da anorgasmia o frigidità, fu poi declassificata come patologia nel 1992 dall’OMS e rimossa dal DSM-IV, rientrando nella categoria dell’ipersessualità.

L’ipersessualità è oggi definita come una dipendenza sessuale che rientra nelle dipendenze comportamentali, ovvero comportamenti patologici che coinvolgono oggetti o attività apparentemente innocue, come il cibo, il gioco d’azzardo, il lavoro e lo shopping. È caratterizzata da fantasie sessuali ricorrenti, impulsi e comportamenti promiscui non meglio spiegati da sostanze, condizioni mediche o episodi maniacali. Inoltre, l’attività sessuale si presenta spesso come risposta a stati d’animo spiacevoli, come la depressione, o come strategia per ridurre lo stress.
Questi comportamenti sessuali creano un disagio significativo, interferendo con il funzionamento sociale, lavorativo e relazionale dell’individuo. Chi ne soffre tenta di ridurre la dipendenza sessuale ma spesso fallisce, provando così forti sentimenti di colpa e vergogna a seguito della perdita di controllo sui propri impulsi.

La donna con dipendenza sessuale è totalmente disinibita nei confronti del sesso e costantemente insoddisfatta dei suoi rapporti sessuali, che sono impersonali e freddi nonostante l’intensità con cui vengono consumati. L’ipererotismo domina quasi tutti gli aspetti della sua vita, complicando e danneggiando le sfere sociale, familiare, affettiva e lavorativa. Spesso, la persona cerca attraverso la sessualità di esprimere un’insoddisfazione psicofisica, sperando di ottenere un soddisfacimento che non riesce a raggiungere.
Il passaggio da un partner all’altro è spesso motivato dalla convinzione che l’insoddisfazione sia legata al compagno piuttosto che a un disagio interno. Quando non è impegnata o fallisce nella ricerca di un compagno adatto, tende a sfogare i suoi impulsi attraverso pratiche autoerotiche di vario tipo.

Le cause predisponenti della ninfomania sono complesse e variabili. In alcuni casi, si tratta di storie di abusi: traumi precoci, come l’abuso fisico, emotivo e sessuale, sono spesso associati a problemi nel comportamento sessuale. Un attaccamento insicuro, caratterizzato da scarso accudimento, affettività ridotta ed educazione rigida, è spesso correlato a una “sex addiction”. Inoltre, la ninfomania spesso coesiste con altri disturbi psicologici, come la dipendenza da sostanze, shopping, lavoro e gioco d’azzardo. Anche la depressione e l’ansia sono frequentemente presenti nella popolazione sessualmente dipendente.

I comportamenti che i dipendenti sessuali possono mettere in atto sono estremamente vari e possono includere:

 Promiscuità sessuale
 Sesso con prostitute o prostituzione personale
 Continue fantasie sessuali
 Masturbazione compulsiva
 Esibizionismo
 Voyeurismo
 Frotterismo
 Pratiche di tipo sadomasochistico
 Dipendenza da materiali o linee telefoniche a carattere pornografico
 Ipereotismo all’interno di una relazione stabile, tale da squilibrarla

La ninfomania viene affrontata, di norma, con la psicoterapia individuale o di gruppo. Il trattamento si pone l’obiettivo di lavorare sulle cause del disturbo, per far ritornare la donna ad avere un sano rapporto con la sessualità e migliorare le relazioni intime e sentimentali.
La psicoterapia individuale offre i mezzi per controllare il bisogno irrefrenabile di praticare e pensare al sesso, agendo sull’adozione di comportamenti alternativi e sul circolo vizioso che autoalimenta la ninfomania. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso utilizzata per aiutare i pazienti a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati alla sessualità compulsiva. Tecniche di mindfulness possono essere integrate per migliorare la consapevolezza e il controllo degli impulsi.

Interventi psicoterapeutici di gruppo sono attuati per alleviare i sensi di colpa connessi alla condotta ipersessuale. Partecipare a gruppi di supporto, come quelli offerti dai programmi dei 12 Passi (ad esempio, Sex Addicts Anonymous), può fornire un ambiente di sostegno e comprensione reciproca. Il percorso di gruppo è utile anche per sostenere la donna nel perseguire la terapia farmacologica prescritta e condividere strategie efficaci per la gestione della dipendenza.

Nella gestione della ninfomania, il trattamento farmacologico può affiancarsi agli interventi psicoterapeutici. I farmaci comunemente usati includono:
-Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI): Utilizzati per ridurre i comportamenti compulsivi e le fantasie sessuali intrusive.
-Stabilizzatori dell’Umore: Possono essere indicati se la ninfomania è associata a disturbi dell’umore come il disturbo bipolare.
-Antiandrogeni: Utilizzati in casi estremi per ridurre il desiderio sessuale e gli impulsi.

 

Sitografia e Bibliografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Ninfomania

Dipendenza sessuale (ipersessualità): sintomi e cura


https://www.psiconline.it/le-parole-della-psicologia/ninfomania.html

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