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Night scene with man in hood following woman. Concept for crime, stalking and sexual assault. Generative Ai

La sindrome del molestatore assillante, comunemente nota come stalking, è un fenomeno caratterizzato da comportamenti ripetuti e intrusivi messi in atto da un individuo nei confronti di un’altra persona, che diventa oggetto di attenzioni non desiderate. Questi comportamenti possono includere pedinamenti, telefonate indesiderate, invio di messaggi, minacce esplicite o implicite e altre forme di comunicazione che generano nella vittima un senso di ansia e paura persistente. La vittima, a causa delle continue molestie, può sviluppare sintomi di stress post-traumatico, ansia generalizzata, insonnia e depressione. L’impatto psicologico dello stalking è quindi significativo e spesso richiede interventi psicoterapeutici mirati per permettere alla persona di recuperare un senso di sicurezza nella propria quotidianità.

Gli individui che mettono in atto comportamenti di stalking presentano spesso tratti di personalità disfunzionali. Tra le caratteristiche più comuni si riscontrano bassa autostima, scarsa capacità di gestione del rifiuto e delle frustrazioni, forte bisogno di controllo e possessività. Alcuni stalker mostrano anche una tendenza ossessiva nei confronti della vittima, sviluppando un attaccamento patologico che li porta a perseverare nel comportamento molesto nonostante le conseguenze legali e sociali. Secondo Mullen et al. (1999), è possibile distinguere diverse tipologie di stalker, tra cui il risentito, che agisce per vendetta o per ritorsione, il respinto, che non accetta la fine di una relazione, l’innamorato incompetente, che cerca disperatamente attenzione senza comprendere il rifiuto, il predatore, che agisce con intento di violenza sessuale, e l’erotomane, che crede in un amore immaginario con la vittima.

Diversi studi, tra cui quello di Mullen et al. (1999) e quello di Mohandie et al. (2006), hanno evidenziato un legame tra il comportamento di stalking e la presenza di disturbi della personalità. In particolare, si riscontrano frequenti associazioni con il disturbo borderline di personalità, il disturbo narcisistico e il disturbo paranoide; in alcuni casi, anche con il disturbo delirante di tipo erotomanico, in cui il molestatore è convinto, senza basi reali, che la vittima ricambi il suo interesse. Alcuni autori, tra cui McEwan et al. (2009), hanno sottolineato che una percentuale significativa di stalker presenta disturbi legati all’impulsività e alla disregolazione emotiva, il che rende difficile per loro interrompere i comportamenti persecutori anche in presenza di conseguenze penali.

Lo stalking è un fenomeno globale che si manifesta in diversi contesti sociali. Tuttavia, come dimostrano gli studi di Spitzberg e Cupach (2007), è particolarmente frequente nei casi in cui la vittima ha avuto una relazione precedente con il molestatore, evidenziando il legame tra questo fenomeno e dinamiche di abuso preesistenti. Infatti, anche se in passato l’attenzione mediatica si è concentrata principalmente sui casi che coinvolgevano personaggi famosi, la realtà evidenzia che la maggior parte delle vittime sono persone comuni. Un’alta percentuale di episodi di stalking si verifica nell’ambito della violenza domestica, con ex partner che continuano a molestare la vittima dopo la fine della relazione. Le statistiche mostrano che le vittime sono prevalentemente donne, mentre i molestatori sono in maggioranza uomini, sebbene vi siano anche casi di stalker di sesso femminile.

In Italia, lo stalking è stato riconosciuto come reato con l’introduzione dell’articolo 612-bis del Codice Penale, avvenuta con il Decreto Legge n. 11 del 23 febbraio 2009, successivamente convertito nella Legge n. 38 del 23 aprile 2009. La normativa stabilisce che chiunque, attraverso comportamenti reiterati, minacci o molesti un’altra persona provocando in essa un perdurante stato di ansia o paura, tale da compromettere la sua libertà personale o modificarne le abitudini di vita, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Le pene possono essere aggravate in presenza di specifiche circostanze, come l’uso di armi, la recidiva o se il fatto viene commesso ai danni di un minore o di una persona con disabilità. La legge prevede inoltre strumenti di tutela per le vittime, come l’ammonimento da parte del Questore e le misure cautelari di allontanamento dell’aggressore.

Lo stalking rappresenta una grave violazione della libertà individuale e del benessere psicologico delle vittime. Il riconoscimento giuridico di questo reato e le misure di prevenzione e contrasto adottate dal sistema giudiziario italiano hanno reso possibile una maggiore protezione per chi subisce tali condotte. Tuttavia, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e promuovere interventi di prevenzione mirati, sia a livello sociale che clinico, per ridurre l’incidenza di questo fenomeno e fornire un adeguato supporto alle vittime. L’implementazione di programmi educativi e di supporto psicologico per gli individui a rischio di sviluppare comportamenti persecutori potrebbe costituire un’importante strategia per la riduzione del fenomeno sul lungo periodo.

Tirocinante: Sharon Cortese

Tutor: Maurizio Leuzzi

Bibliografia

-Manicardi, L., & Canale, D. (2002). Sindrome del molestatore assillante (stalking): una rassegna. Journal of Psychopathology, 8(3), 297-306. https://old.jpsychopathol.it/article/sindrome-del-molestatore-assillante-stalking-una-rassegna/

-McEwan, T. E., Mullen, P. E., & MacKenzie, R. (2009). A study of the predictors of persistence in stalking situations. Law and Human Behavior, 33(2), 149-158.  https://doi.org/10.1007/s10979-008-9141-0
-Mohandie, K., Meloy, J. R., Green-McGowan, M., & Williams, J. (2006). The RECON typology of stalking: Reliability and validity based upon a large sample of North American stalkers. Journal of Forensic Sciences, 51(1), 147-155. DOI: 10.1111/j.1556-4029.2005.00030.x
-Mullen, P. E., Pathé, M., Purcell, R., & Stuart, G. W. (1999). Study of stalkers. American Journal of Psychiatry, 156(8), 1244-1249. https://psycnet.apa.org/record/1999-03818-015
-Spitzberg, B. H., & Cupach, W. R. (2007). The state of the art of stalking: Taking stock of the emerging literature. Aggression and Violent Behavior, 12(1), 64-86.  https://doi.org/10.1016/j.avb.2006.05.001

 

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