Il disturbo bipolare, o bipolarismo, è un disturbo dell’umore che comporta gravi alterazioni delle emozioni e dei pensieri. E’ caratterizzato da un’alternanza di fasi depressive e fasi maniacali “euforiche” dove il paziente si sente allegro, “su di giri”, è al settimo cielo e passa, anche repentinamente, dalla situazione paradisiaca a quella della fase depressiva. Lo stato d’animo di un soggetto tende a essere costante e dipendente dalle situazioni ambientali e ciò è possibile grazie alla presenza del sistema limbico, una parte del sistema nervoso che sembra agire come un vero e proprio “animostato” poiché regola l’umore esattamente come un termostato regola la temperatura di un’abitazione e attiva le strutture necessarie a garantire un equilibrio.
Quando una persona soffre di un disturbo bipolare, ossia quando l’animostato non funziona correttamente, il tono dell’umore diventa instabile. Si stima che circa il 2,5% della popolazione soffra di disturbo bipolare, quindi si calcola che in Italia in un anno circa un milione di persone possono presentare il disturbo. La lista degli individui che hanno sofferto di disturbo bipolare e che oggi occupano un ruolo nella storia è interminabile: leader politici come Churchill, pittori come Van Gogh o Gauguin, brillanti compositori come Schumann o Tchaikovsky, eminenti scrittori come Virginia Woolf, Hemingway, Baudelaire, Hesse, Poe, etc.
La malattia bipolare è cronica e ricorrente: dura tutta la vita, anche se non con la stessa gravità e gli episodi tendono a ripresentarsi nel tempo, ciononostante le attuali terapie consentono a chi ne soffre di sviluppare strategie di gestione tali da poter avere una qualità della vita soddisfacente. Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali), comprende:
● Disturbo bipolare I (diagnosticato quando c’è almeno un episodio maniacale, età media di esordio 18 anni)
● Disturbo bipolare II (diagnosticato se c’è almeno un episodio di depressione maggiore da almeno 2 settimane e, almeno, uno ipomaniacale)
● Episodio maniacale e ipomaniacale (rende la persona euforica con deliri di onnipotenza dove tutto sembra sia possibile e fattibile con discorsi e pensieri veloci, con i sensi che si affinano e il desiderio sessuale può diventare impellente e impulsivo)
● Depressione e disturbo bipolare (deve esserci per almeno due settimane ed è caratterizzata da umore molto basso, mancanza di interesse e di contentezza nella maggior parte delle attività della vita della persona)
Le persone che soffrono di disturbo bipolare spesso hanno avuto in famiglia problematiche simili e ci sono dei fattori genetici predisponenti e alterazioni nei circuiti cerebrali che controllano il tono dell’umore, l’affettività, l’appetito, il sonno e la sessualità. Pur configurandosi come una potenziale malattia ereditaria, questa non è evidente sin dalla nascita e perché si manifesti è necessario il concorso di alcuni fattori ambientali, ugualmente importanti o addirittura più importanti dei fattori genetici. Generalmente questo disturbo si manifesta in forma appena percettibile durante l’adolescenza (tra i 15 e i 24 anni), anche se può svilupparsi più tardi ma in genere prima dei 30 anni, è improbabile un esordio dopo i 50 anni.
Spesso il primo episodio è preceduto da una situazione ambientale stressante come ad esempio la morte di un familiare o un cambiamento lavorativo. A partire da questo momento, il disturbo tende a rendersi sempre più indipendente dagli eventi ambientali e psicologici, e i meccanismi biologici regolatori del tono dell’umore sembrano entrare in un’oscillazione permanente che porta la persona a perdere il punto di riferimento del suo tono dell’umore di base.
Si è evidenziato che queste alterazioni provengono da modificazioni dei livelli dei neurotrasmettitori come la dopamina, la noradrenalina e la serotonina o da livelli molto alti di cortisolo, l’ormone dello stress. Allo stesso modo, possono essere presenti anomalie del funzionamento del sistema ormonale, soprattutto nel caso dell’ormone tiroideo. Le persone che presentano questo disturbo, possono presentare disfunzioni nella sfera sessuale, quali:
– ipersessualità: potrebbero voler continuare a fare sesso o masturbarsi per ore senza veramente sentirsi appagati. Questo può essere stressante per la persona e per qualsiasi partner.
Durante gli episodi maniacali, alcuni si impegnano in rapporti sessuali a rischio e per una persona impegnata in una relazione, il sesso compulsivo può portare a infedeltà, che potrebbe mettere a repentaglio la relazione.
-iposessualità: desiderio sessuale basso o quasi inesistente, che comporta anche il sentirsi fisicamente poco attraente o indesiderabile.
Alcuni effetti collaterali dei farmaci possono contribuire al problema. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), ad esempio, possono causare una diminuzione del desiderio sessuale. La cura farmacologica è centrata su stabilizzanti dell’umore come il litio, l’acido valproico, la carbamazepina, benzodiazepine, antipsicotici o neurolettici e antidepressivi, sempre tenendo conto di un’attenzione particolare al paziente e all’effetto di questi farmaci. Per poter avere una maggiore stabilità dell’umore, le ricerche hanno stabilito che il trattamento del disturbo bipolare trova molto giovamento associando i farmaci (imprescindibili) a una psicoterapia.
La psicoterapia dovrebbe aiutare queste persone a: conoscere meglio il disturbo per accettarlo, disinnescare circoli viziosi negativi che tendono a consolidare il disturbo, gestire la rabbia e migliorare la comunicazione con gli altri. Quinn e Browne, all’interno della loro review, hanno evidenziato come spesso l’aspetto sessuale non venga minimamente indagato durante le procedure di assessment e valutazione da parte degli operatori di salute mentale.
Al fine di comprendere l’esperienza sessuale nei disturbi mentali, gli Autori hanno cercato di indagare la natura delle fantasie sessuali in popolazioni di pazienti con disturbi psichiatrici, nel tentativo di comprendere come queste differiscano tra i diversi disturbi e quanto possono essere influenzate dalla comorbidità con i disturbi di personalità. Il risultato sul campione composto da 133 pazienti psichiatrici con diagnosi di disturbi psicotici o dell’umore, di età compresa tra i 18 e i 65 anni indica che le fantasie sessuali, a prescindere dalla presenza di un disturbo dell’umore o psicotico, si presentano come “prosociali” suggerendo così il desiderio di un coinvolgimento di tipo diadico.
I risultati di uno studio del 2018 pubblicato su The Journal of Sexual Medicine indicano che i maschi con disturbo bipolare possono avere maggiori probabilità di manifestare sintomi di disfunzione erettile in concomitanza con episodi depressivi. In uno studio su Psychiatry Journal i partecipanti maschi con disturbo bipolare tendevano ad avere più partner ed erano più propensi a fare sesso senza protezione rispetto al campione di controllo con l’aumentato rischio di infezioni o malattie a trasmissione sessuale e per le donne si registrava una maggior possibilità rischio di gravidanze indesiderate.
Tutor: Dott.ssa Fabiana Salucci
Tirocinante: Dott. Daniele Calicchia
Sitografia
https://www.psiconline.it/articoli/sessuologia/la-sessualita-nei-disturbi-dell-umore-e-disturbi-psicotici.html
https://www.google.it/amp/s/bipolarinformati.com/2020/02/03/limpatto-del-disturbo-bipolare-sul-sesso/amp/
http://www.sabrinacattaneo.it/psicologa/disturbo-bipolare
https://journalbipolardisorders.springeropen.com/track/pdf/10.1186/2194-7511-1-12.pdf