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Negli ultimi giorni dai quotidiani è giunta la notizia che l’emendamento riferito alla proposta di introduzione della castrazione chimica è stato ritirato dalla Lega, dando la precedenza all’ormai celebre Decreto Rosso, riguardante il revenge porn, appena passato alla Camera.

Di cosa si tratta? La castrazione chimica è una pratica di somministrazione farmacologica che ha l’obiettivo di abbassare o annullare la libido, l’eccitazione e il funzionamento sessuale di un determinato soggetto. Si tratta di una procedura reversibile e che, come risulta proposto da una parte di governo, potrà essere messa a disposizione dei rei per i quali sono previsti fino ai due anni di carcere, quindi colpevoli di reati minori (come ad esempio il palpeggiamento). Insomma si tratta di un accordo su base volontaria al fine di ottenere uno sconto della pena, sul modello dell’esempio fornito da altri Paesi, anche Europei, anche se principalmente in riferimento ai reati connessi all’abuso su minori.

È opportuno a questo punto operare una distinzione in merito alle motivazioni alla base dello stupro, in che modo queste si differenziano e soprattutto che conseguenze questo abbia riguardo l’impiego della castrazione chimica come rimedio punitivo o riabilitativo.

Le teorie implicite

Contrariamente a coloro che abusano di minori, motivati principalmente dall’eccitazione sessuale, da distorsioni cognitive e da problematiche connesse alla sfera socio-affettiva, gli stupratori complessivamente non sono distinguibili dai non abusatori o dai condannati per altri reati per quanto concerne il loro profilo psicologico globale.

I sex offender sono stati divisi dalla letteratura in tre categorie principali (Beech et al., 2006), sulla base della presenza/assenza di teorie alla base del loro funzionamento, e che generano pensieri, sentimenti e credenze che motivano implicitamente il loro agire.

Motivazioni violente in assenza di motivazioni sessuali

Il mondo è un posto pericoloso, e per contrastare l’attacco che chiunque ha volontà di mettere in atto è necessario controllare e dominare gli altri.

Le donne sono inconoscibili, non comunicano direttamente i loro bisogni e desideri, che sono invece presentati in maniera allusiva o celata.

Tutto mi è dovuto, dove si esplica la credenza di essere superiori agli altri, affermando di avere tutto il diritto di mettere i propri bisogni davanti a quelli altrui.

I membri di questo gruppo hanno generalmente interrotto da poco una relazione e hanno precedenti per violenza sessuale e non sessuale, soprattutto nei confronti di partner o ex partner.

Motivazioni sessuali in assenza di motivazioni violente

Le donne sono oggetti sessuali, ovverosia esistono in uno stato di costante ricettività e disponibilità sessuale: le donne desiderano fare sesso, sempre.

L’eccitazione maschile è incontrollabile, e la perdita di controllo su di essa è attribuita a fattori esterni, principalmente alla vittima e alle circostanze.

Hanno precedenti di violenza nei confronti di sconosciuti e vittime più giovani, appartenendo a propria volta a fasce di età inferiori.

Motivazioni violente e sessuali

La fusione delle due tipologie di motivazioni suggerisce che a questo gruppo appartengono i sex offender che ricavano piacere dalla sofferenza delle vittime; in altre parole, i sadici sessuali. Si tratta della categoria a più alto rischio di recidiva e pericolosità.

Quindi… funziona?

La letteratura scientifica riporta dati controversi in merito all’efficacia della castrazione chimica nel prevenire i casi di recidiva, e i dibattiti in merito all’etica di simili rimedi non mancano di certo, principalmente dal filone che sostiene la mancanza di totale libertà di scelta laddove il condannato si trovi di fronte ad un bivio che da un lato pone in essere l’accettazione della proposta di venire castrato (seppur in maniera reversibile) e dall’altro un periodo più prolungato da scontare in carcere. Sembra comunque opinione piuttosto diffusa che la castrazione chimica, da sola, priva cioè di un percorso psicologico che l’accompagni sia in merito alla riabilitazione che alla compliance per il trattamento farmacologico, sia solo parzialmente o scarsamente efficace. La terapia psicologica associata dovrebbe inoltre tenere in considerazione il profilo dell’individuo in questione, poiché le motivazioni (già illustrate) alla base della violenza sessuale esercitata posseggono importanti ricadute sul tipo di trattamento.

I falsi miti e il problema culturale

Da uno studio di Kernsmith et al. (2016) è risultato che la paura e la disinformazione in merito ai sex offender sono positivamente correlate all’accettazione e all’approvazione di politiche nei loro confronti che vanno dall’istituzione di registri a consultazione pubblica, all’incarcerazione a vita, alla stessa castrazione chimica. Alcuni dei miti attorno alla violenza sessuale si concentrano intorno all’idea, ad esempio, che essa venga perpetrata nella maggioranza dei casi da estranei (quando spesso invece si tratta di partner, parenti e conoscenti), che la totalità degli stupratori sia di sesso maschile (rinforzando lo stigma che un uomo violentato da una donna è costretto a subire) e di età adulta (quando circa il 30% delle violenze sessuali, compresi gli stupri, è messa in atto da parte dei giovani).

Dopo le importanti conquiste che l’Italia è riuscita ad ottenere negli ultimi decenni, sia da un punto di vista legislativo che sociale (l’abolizione del matrimonio riparatore e del delitto d’onore e l’emancipazione femminile) e la sempre più grande risonanza mediatica che i casi di violenza e femminicidio possiedono, gli esperti concordano nel sottolineare che bisogni agire, in merito alla violenza stessa e alla prevenzione, non solo in ambito legislativo, sui perpetratori o sulle vittime, ma sul tessuto sociale nel suo complesso, dove credenze tradizionali sui ruoli di genere e una generalizzata “cultura dello stupro” continuano a far parlare di sé tramite i notiziari e la letteratura scientifica.

 

Tirocinante: Ambra Achilli

Tutor: Fabiana Salucci

 

Bibliografia

▪ Beech A., Ward T., Fisher D. (2006) The Identification of Sexual and Violent Motivations in Men Who Assault Women: Implication for Treatment, Journal of Interpersonal Violence, 21 (12).

▪ Douglas T., Bonte P., Focquaert F., Devolder K., Sterckx S. (2013) Coercion, Incarceration, and Chemical Castration: An Argument From Autonomy, Bioethical Inquiry, 10.

▪ Kernsmith P., Comartin E., Kernsmith R. (2016) Fear and Misinformation as Predictors of Support for Sex Offender Management Policies, The Journal of Sociology & Social Welfare, 43 (2).

▪ Vitale A. (2018) The body of Law: redifining rape in Italy in Rape Cultures and Survivors: An International Perspective in Inal & Smith, Rape Cultures and Survivors: An International Perspective, Praeger Publishing.

 

Sitografia

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/28/violenza-donne-emendamento-lega-a-ddl-codice-rosso-per-castrazione-chimica-m5s-cosi-e-uno-spot-presa-in-giro/5069186/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/07/castrazione-chimica-siamo-davvero-sicuri-che-serva-allo-scopo/5091402/

 


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