Nelle pratiche indicate dall’acronimo BDSM (Bondage, Dominazione, Sadismo, Masochismo), la donna che interpreta un ruolo dominante è detta Dominatrice, Padrona o viene anche definita con il termine inglese Mistress. Quest’ultima è in posizione di superiorità e autorità nei confronti dell’uomo sottomesso che assume il ruolo di Slave, il cosiddetto schiavo.
La Mistress è di norma una donna con un carattere forte con l’esigenza di mettere in pratica tutta la sua voglia di comandare durante il rapporto sessuale, dove umilia e costringe l’uomo a pratiche che di solito non vengono effettuate in un rapporto tradizionale. Quello tra Slave e Mistress è un rapporto consenziente, di fiducia e conoscenza delle esigenze reciproche, entrambi consapevoli del proprio ruolo dove la padrona può esercitare sullo schiavo tutte le pratiche che desidera ma sempre all’interno di una zona di sicurezza. Per questo è fondamentale determinare prima una “safeword”, ossia una parola che, se pronunciata fa interrompere subito il gioco.
Ultimamente sono sempre di più gli uomini attratti dalla figura della donna dominante, infatti tale fenomeno prende una crescente testimonianza dai social network.
Ci sono uomini che sono disposti a subire le peggiori umiliazioni. A tal proposito esistono quelli che vengono definiti “Uomini Bancomat”, persone che, pur di rendere felici le proprie Padrone, pagano i loro conti dispendiosi cedendo spesso anche i dati della loro carta di credito, acconsentendo a qualunque spesa.
A questo punto possiamo chiederci, cosa porta davvero un uomo a sottostare a certe sottomissioni?
Solo curiosità? Una forma di depravazione oppure è addirittura qualcosa insediato ad un livello psicologico più radicato?
Tra le diverse motivazioni, consapevoli e non, può capitare che alcune possono essere legate alla natura del rapporto madre-figlio e ai danni che la madre può produrre al figlio in pubertà. Un rapporto poco sereno, morboso o con un eccessivo senso di protezione può portare il figlio a vivere una sessualità decisamente passiva. Questo porta l’individuo a intendere la sessualità come una forma di punizione. Può accadere anche che lo stesso non sia neanche interessato al rapporto sessuale tradizionale, rifiutando la penetrazione, dove i comandi eseguiti per la sua padrona e le “violenze” subite nel rapporto di dominazione sono l’unica sorgente sessuale appagante.
Questo può essere uno dei tanti motivi che spinge i sottomessi a ricercare una figura dominante nel loro rapporto sessuale, ma non l’unico. Infatti oltre alla prospettiva legata al rapporto d’infanzia con il caregiver primario, in maniera più naturale e semplicistica l’uomo può godere del suo piacere di sottomesso con lo scopo di offrirsi senza alcuna difesa in modo da essere recettivo su tutto quello che accade comunicandolo con ogni tipo di emozione che emerge nel rapporto di dominazione-sottomissione. L’attenzione e l’interesse delle persone coinvolte in questo gioco di ruoli è rivolta ai vissuti e alle emozioni che si provano durante. Questo può garantire un fluire di sensazioni e che qualsiasi forma di tortura e umiliazione è in grado di far provare trasformandole nel più insidiante viaggio verso una condivisa sensualità ed eroticità.
Il BDSM può essere visto semplicemente come un interesse erotico-sessuale di uomini e donne aventi lo stesso pensiero riguardo questo insieme di pratiche sessuali, dove gli aspetti che lo comprendono non dovrebbero essere visti come una forma di psicopatologia, ma considerati un modo da poter esprimere la propria sessualità con naturalezza senza viverla come un ostacolo. Come Quattrini (2015) ha sottolineato, nelle persone che sperimentano il mondo del BDSM si instaura una vera e propria esperienza di egosintonia e di conoscenza di se stesso e dell’altro verso un vero e proprio viaggio del piacere.
Fonti:
https://www.quag.com/it/thread/12713/mistress-e-uomini-sottomessi/
Quattrini, F. (2015), Parafilie e Devianza. Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale atipico, Firenze-Milano: Giunti editore S.p.A.
Tutor: Francesca Mamo
A cura dei tirocinanti:
Alessandro Petroni
Francesca Picardi
Giuseppe Massaro
Laetitia Bollinger
Valentina Arachi
Veronica Fiore
Besarda Taci
Sara Sellaro
Bibiana Calì