Con l’aumentare della prospettiva di vita si dà oggi molta più importanza allo studio dell’anzianità. Convenzionalmente, si tende a far iniziare il processo di invecchiamento dai 65 anni di età, ma bisogna tener conto che questo è influenzato da vari fattori, come quello genetico, psicologico, sociale e culturale; varia, quindi, da un individuo all’altro. Le ricerche effettuate, dimostrano, infatti, che l’invecchiamento non è un processo uniforme ed omogeneo, ma è influenzato da molteplici fattori quali: le esperienza vissute, le perdite subite, il modo di elaborare gli eventi, il patrimonio genetico, la presenza o meno di patologie, i propri interessi, la cultura di appartenenza e le proprie capacità creative. Questi, sono solo alcuni degli aspetti di vita che possono caratterizzare l’anzianità. Uno fra questi troppo spesso trascurato è quello relativo alla sessualità. Si tende infatti a considerare l’anziano come un individuo “asessuato” se si prendono in esame alcuni tra gli stereotipi più comuni come: dopo una certa età non si è interessati alla sessualità, non si prova desiderio sessuale, non si è più capaci di fare sesso, etc. Queste credenze possono incentivare una forma di ignoranza che tende a confondere la sessualità con la genitalità e la procreazione e a medicalizzare alcuni cambiamenti fisiologici tipici dell’invecchiamento.
Alcune ricerche effettuate permettono di mettere in discussione questi stereotipi, offrendo una visione più realistica del rapporto che l’anziano ha con la propria sessualità. Infatti, da una ricerca del CENSIS su 1298 anziani, effettuata nel 2007, è emerso che circa il 73,4% degli italiani tra i 61 e i 70 anni e il 39,1% degli ultrasettantenni sono ancora sessualmente attivi.
Una ricerca australiana condotta su 2700 anziani tra i 75 e i 95 anni ha rilevato che il 48,8% degli del campione ritiene che il sesso sia un’attività importante, il 56,5% è soddisfatto della propria vita sessuale e il 43% dichiara persino di avere un numero di rapporti sessuali inferiore a quello desiderato. Ovviamente, la qualità e la quantità della sessualità intrapresa può essere influenzata dai pregiudizi sopracitati, che possono indurre nella persona non più giovane la cosiddetta “Sindrome da breakdown sessuale” ovvero l’interiorizzazione degli stereotipi che vengono loro attribuiti, con il risultato di considerare se stessi come individui asessuati causando un forte calo dell’autostima che impedisce all’individuo di vivere la propria sessualità in maniera soddisfacente. Inoltre, la sessualità nell’anziano può essere influenzata dallo stato di salute fisico e mentale, come ad esempio, la presenza di malattie croniche, oppure la presenza di disturbi depressivi e/o cognitivi.. Non vanno trascurati, inoltre, i cambiamenti fisiologici che accompagnano l’invecchiamento e che contribuiscono alla modificazione dell’attività sessuale, senza doverla necessariamente impedire.
Negli uomini si assiste a una modificazione graduale della produzione ormonale, con una graduale regressione degli organi androgino-dipendenti come: scroto, pene, testicoli e tessuti muscolari. Con il tempo anche la risposta sessuale maschile è soggetta a dei cambiamenti: aumenta il tempo necessario per raggiungere l’erezione, l’orgasmo può essere raggiunto in un più breve periodo di tempo e l’eiaculazione risulta meno energica e con minor numero di contrazioni, ma ciò non modifica l’intensità delle sensazioni orgasmiche. Nella donna, allo stesso modo, si verificano cambiamenti con il sopraggiungere della menopausa, come ad esempio una ipolubrificazione vaginale e ad una minore sensibilità clitoridea a causa delle alterazioni ormonali. Un calo degli estrogeni può causare “atrofia vulvovaginale” caratterizzata da una serie di sintomi quali: secchezza vaginale, perdita di elasticità, prurito e dispareunia (dolore durante la penetrazione). Nonostante questo la donna, ricorrendo a specifici trattamenti, può mitigare questa condizione tornando a vivere con serenità la propria sessualità. Essere consapevole di queste modificazioni può rendere il soggetto più tranquillo ed in grado di vivere in maniera serena la propria sessualità, in quanto questa svolge una funzione importante nella vita affettiva delle persone anche in età avanzata tramite l’intimità ed il contatto fisico, che possono preservare l’individuo dal cadere in uno stato depressivo, disturbo che, spesso, caratterizza la terza età.
Tirocinante: Laura Massaro
Tutor: Fabiana Salucci
BIBLIOGRAFIA
De Beni, R., Borella, E., Psicologia dell’invecchiamento e della longevità, Bologna, Il mulino, 2015.
SITOGRAFIA
http://www.geragogia.net/editoriali/sessualita_maschile.html.
https://www.mediciantiaging.it/psicosessuologia/la-sessualita-nellanziano-41/.