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“Mio padre talvolta mi prende per mia madre e s’infila nel letto con me. La prima volta che accadde ne rimasi veramente sconvolta. Poi ne ho parlato con la psichiatra e mi sono sentita un po’ meglio. Adesso quando lui fa così io scendo dal letto ed esco dalla stanza, poi torno e gli dico “Ciao papà”, per ricordargli chi sono senza creargli imbarazzo”.

Questa è la testimonianza della figlia di un paziente affetto da demenza che pone in risalto un gravoso problema collegato alla malattia, ma generalmente trascurato: la gestione degli impulsi sessuali.

L’attrattiva per la sessualità non conosce limiti anagrafici e non scompare automaticamente nel momento in cui cui viene diagnosticata una sindrome demenziale.

La demenza è una malattia che provoca un deterioramento cognitivo globale, con andamento cronico e irreversibile che danneggia le funzioni della memoria, il pensiero, il giudizio e le capacità di apprendimento. È una sindrome particolarmente pervasiva che oltre a colpire l’individuo sconvolge la quotidianità dell’intero nucleo familiare, sovvertendone abitudini e ruoli.

Quando la malattia è in una fase avanzata può esserci un abbassamento dei livelli di inibizione tale da indurre gli uomini, e in misura minore le donne, ad abbandonarsi a comportamenti sessuali molto espliciti: linguaggio scurrile, esibizione del corpo nudo, masturbazione, palpeggiamenti che possono creare molto imbarazzo, fino a vero e proprio fastidio, nell’ambiente domestico e in quello assistenziale.

Per coloro che a vario titolo assistono una persona con demenza è meno complesso accettare i comportamenti che normalmente si associano alla malattia, come i problemi di linguaggio, difficoltà nel mangiare o vestirsi, rispetto ai quali il paziente non viene colpevolizzato perché ne è chiaramente inconsapevole. Molto più complicato, invece, dal punto di vista emotivo, accettare le condotte sessuali inappropriate poiché è difficile comprendere che il malato si spogli o masturbi in pubblico senza averne consapevolezza.

I caregivers familiari provano vergogna e hanno difficoltà a confrontarsi con gli specialisti rispetto ai comportamenti ipersessuali dei propri congiunti. Purtroppo, nonostante la disinibizione sessuale sia correlata a molti effetti negativi sugli assistenti familiari e istituzionali, risulta ancora poco indagata in letteratura.

Anche gli specialisti, nella maggior parte dei casi, tendono ad evitare la questione o ad attribuirgli scarsa rilevanza, come se la gravità dei sintomi legati al decadimento cognitivo fosse così pervasiva da non lasciare spazio da dedicare all’aspetto sessuale che viene considerato marginale e quindi trascurabile. In realtà, un approfondimento potrebbe essere determinante per ridimensionare la percezione che il caregiver ha del problema. Soprattutto in considerazione di quanto emerso in una ricerca di Kimberly R. Chapman et al. (2020), secondo la quale la disinibizione sessuale risulta essere un problema molto difficile da gestire per via della disapprovazione sociale e questo contribuisce ad incrementare nel caregiver il desiderio di istituzionalizzare la persona con demenza per evitare lo stigma e la vergogna. .

L’origine del comportamento sessuale inappropriato è da individuare in una serie di danni neuoropatologici, a causa dei quali il paziente perde progressivamente le capacità di contestualizzare in maniera adeguata il suo comportamento, di essere empatico e di entrare in relazione con gli altri.

A volte, un atteggiamento sessualmente inappropriato può nascere da motivazioni che nulla hanno a che vedere con il sesso, ma può scaturire da bisogni che il paziente non riesce a riconoscere o a comunicare agli altri. Ad esempio, una donna con demenza che si spoglia mentre è in mezzo agli altri, potrebbe farlo semplicemente perché ha caldo e vorrebbe rinfrescarsi ma non riesce a comunicare questa sua esigenza. Oppure un uomo che gira per le stanze con i pantaloni abbassati e il pene in mano, può avere solo bisogno di urinare, ma ha dimenticato dove è il bagno. O un genitore può fare avances sessuali alla propria figlia non per provocazione, bensì perché l’ha scambiata per la madre (quindi per sua moglie), poiché i tratti somatici gliel’hanno ricordata.

I caregivers possono trarre molto giovamento dal conoscere le reali motivazioni che spingono il proprio congiunto a comportamenti sessualmente inopportuni, riportando così su di un piano

razionale (quindi più facilmente gestibile), ciò che da una prospettiva emotiva risulterebbe profondamente destabilizzante, per cercare di andare oltre il gesto e cogliere il bisogno reale che l’assistito vuole comunicare.

Ma come dovrebbe comportarsi il caregiver per contenere i gesti osceni o il turpiloquio da parte dell’anziano? In primo luogo deve mostrarsi il più possibile tranquillo, perché per frenare l’altro, occorre in primo luogo controllare la propria emotività focalizzandosi sul fatto che, purtroppo, la persona che ha di fronte non lo sta provocando intenzionalmente. Non è più lo stesso individuo del passato perché la malattia ne ha cancellato i ricordi, la struttura di personalità, i legami affettivi trascinandolo in un oblio che lo fa sentire smarrito e impaurito. I rimproveri, quindi, sono inutili e vanno solo ad incrementarne il livello di angoscia.

Può essere utile, invece, spostare l’attenzione della persona cara su attività che lo coinvolgano piacevolmente per fargli abbandonare, seppur momentaneamente, il comportamento osceno.  A volte, dietro un’inopportuna richiesta di contatto sessuale da parte di una persona con sindrome demenziale, può semplicemente celarsi un bisogno di contatto fisico e affetto che non è in grado di chiedere ai propri cari.

 

Tutor: Fabiana Salucci

Tirocinante: Roberta Botondini

 

 

Bibliografia:

  • Papagno, C., Vallar, G, Manuale di neuropsicologia, 2018, Il Mulino, Bologna
  • Perego G, Dijk B, Schiaffino OS, Comportamento sessuale inadeguato e demenza: gabapentin quale alternativa efficace e sicura all’uso di neurolettici e terapia ormonale. Psicogeriatria 2013, 3

Sitografia:

  • http://www.alzheimer.it/sessual.html
  • https://peranziani.it/demenza-senile-sessualita-cosa-fare-anziano-avances-familiare caregiver
  • https://www.alzheimer-schweiz.ch/it/sulla-demenza/articolo/sessualita-e-demenza/ https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31203702/
  • http://www.psychiatryonline.it/node/4795
  • https://spezzalindifferenza.it/disturbi-della-sessualita-e-alzheimer-come-affrontarli/https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31489715/
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31203702/

 

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