Quando si parla di HIV e di AIDS ancora molte persone identificano entrambe come se fossero la stessa cosa; per capire quindi le differenze che intercorrono tra il virus dell’HIV e la sindrome dell’AIDS diventa così necessario esplicare prima di tutto di cosa parliamo quando utilizziamo i termini virus e sindrome. Mentre i virus sono agenti infettivi parassiti di piccole dimensioni che si riproducono solo in seguito all’aver infettato una cellula ospite, per sindrome si intende invece una totalità di sintomi, che possono essere provocati da diverse cause.
L’AIDS, dunque, ovvero la sindrome da immunodeficienza acquisita, è la malattia che viene causata dal virus dell’HIV (virus dell’immunodeficienza umana), che ha, come azione principale, quella di ridurre le difese immunitarie dell’organismo. È così che questo virus dà inizio alla distruzione di una tipologia specifica di globuli bianchi, i linfociti T CD4+ (responsabili essenziali della risposta immunitaria) e che, proprio conseguentemente a ciò, inizia a ridurre il corpo ad uno stato di debolezza tale da non permettergli più di reagire a nessun altro tipo di virus, batterio, tumore, ecc.
L’infezione da HIV, di fatto, nel caso in cui non venga effettuata la terapia specifica, può determinare lo sviluppo della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) ed ha, per arrivare a ciò, comunque un suo percorso naturale caratterizzato da tre stadi di progressione differenti:
● Nel primo stadio l’infezione (denominata acuta) si manifesta, mediamente, tra le due e le quattro settimane dopo l’avvenuto contagio ed è caratterizzata da sintomi aspecifici molto simili a quelli di altre infezioni, che possono durare giorni, o alcune volte settimane, oppure insorgere in via del tutto asintomatica passando così inosservata. Questa, come fase, è da considerare fra le più contagiose dell’infezione perché caratterizzata dalla presenza di una grande quantità di virus.
● Nel secondo stadio si parla, invece, di latenza clinica, in cui l’infezione cronica si va ad insidiare; sebbene possa perdurare per anni, può anche essere caratterizzata dalla totale assenza di sintomi e dall’apparente stato di benessere della persona infetta, caratteristiche che, qualora però non venga intrapreso il trattamento curativo, verrebbero meno per il progressivo indebolimento del sistema immunitario che determina la comparsa di segni e dei sintomi ad esso correlati.
● Il terzo ed ultimo stadio, infine, è caratterizzato dal declino delle cellule T CD4+ del sistema immunitario che, precipitando drasticamente, portano l’organismo a sviluppare un grave deficit delle difese immunitarie, che non gli permette più di avere la sua naturale capacità di sconfiggere anche infezioni e malattie più banali, portando alla manifestazione, così, – dopo diversi anni dall’acquisizione del virus – dell’AIDS (ovvero lo stadio clinico avanzato e finale dell’infezione iniziale).
Ma come è possibile dunque capire se si è affetti da HIV?
Come già accennato, quest’infezione non ha una manifestazione specifica con cui si rivela, ma compare piuttosto attraverso alcuni sintomi tipici di altre infezioni (come la febbre, le eruzioni cutanee, la gola infiammata o la candidosi orale); per tale motivo la possibilità che chi ne è affetto possa vivere per anni senza alcun sintomo manifesto, porta le persone a rendersene conto solo nel momento in cui una malattia opportunistica si presenta.
Il test per la rilevazione dell’HIV si configura, quindi, come l’unica modalità con la quale si può scoprire il virus. Grazie ai progressi della ricerca scientifica e l’utilizzo della terapia antiretrovirale, le persone con HIV hanno la possibilità di avere una buona qualità di vita, limitando sia l’impatto sull’organismo stesso che gli effetti collaterali, tanto che alcune evidenze scientifiche affermano che le prospettive di vita per chi oggi scopre di avere l’HIV, iniziando subito la terapia, sono molto similari a quelle di chi non ha l’HIV (https://www.salute.gov.it/portale/hiv/dettaglioContenutiHIV.jsp lingua=italiano&id=5206&area=aids&menu=vuoto).Tra le modalità di trasmissione possibili del virus si configurano i rapporti sessuali non protetti, il passaggio dalla madre HIV positiva al feto (durante la gravidanza, l’allattamento o il parto) e l’utilizzo di materiale per iniezione non monouso contaminato da sangue infetto.
Tutor: Fabiana Salucci
Tirocinante: Giorgia Tanda
Sitografia
https://www.salute.gov.it/portale/hiv/dettaglioContenutiHIV.jsp?lingua=italiano&id=5206&area=aids&menu=vuoto
https://www.salutelazio.it/hiv-e-aids-cosa-sono-