Un quesito interessante, a cui nessuna ricerca ha risposto finora in modo definitivo, riguarda la correlazione tra il proprio ruolo preferito per chi pratica bdsm e lo stile di personalità generale. In altre parole, chi è dominante o sottomesso nel gioco BDSM, lo è anche al di fuori di quell’ambito o è piuttosto il contrario? Se c’è una correlazione, in che misura percentuale è una correlazione semplice ed in quanti casi invece la correlazione è inversa?
Le prime teorie di matrice psicoanalitica, (Freud, Melanie Klein, Thorpe e Katz, Stekel, Homey) consideravano universalmente le tendenze parafiliche espressione di un disadattamento e di un disagio profondo, dovuto al fallimento dello sviluppo psicosessuale. Tale visione, se può ancora risultare utile in alcuni disturbi parafilici, nelle semplici tendenze parafiliche non può più essere accettabile, considerato il mutamento culturale avvenuto negli ultimi decenni: ad oggi la maggior parte delle persone che si avvicina a queste pratiche lo fa in modo giocoso, esplorativo e non rigido (è una variante della loro sessualità, non un bisogno compulsivo ed esclusivo con ripercussioni cliniche sul benessere, elementi che appunto configurano un disturbo parafilico), spesso seguendo la moda, la curiosità suscitata dai media e dalla letteratura contemporanea.
Studi recenti, sebbene non esaustivi, suggeriscono indirettamente che la quasi totalità delle persone praticanti il BDSM sia attratta da un ruolo coerente con il proprio stile di personalità generale. Chi è dominante nel gioco BDSM quindi, statisticamente, tende ad esserlo anche nel lavoro e nelle relazioni sociali, è più estroverso e stabile emotivamente, nonché più soddisfatto di sé; analogamente, chi preferisce un ruolo sottomesso in questo tipo di pratiche è invece più introverso, ha meno autostima, ed è anche più cauto e diffidente nei rapporti con gli altri. Ciò non va confuso con tratti di personalità patologici: né i dominanti si possono accostare a psicopatici e sociopatici, né i sottomessi presentano i pieni segni di una personalità masochista in senso clinico (caratterizzata tra le altre cose da marcata reverenzialità in generale verso gli altri, forte introversione, espressioni verbali costantemente lamentose); parliamo quindi di una coerenza statistica che riguarda espressioni di personalità nel range della normalità, non della patologia.
Rimane tuttavia senza chiara risposta il quesito riguardante la minoranza, le eccezioni alla regola della coerenza, ossia i caratteri dominanti che preferiscono essere sottomessi nella sfera erotico-ludica del BDSM, nonché ovviamente il caso inverso. Peraltro, anche se non si può ancora affermare con sufficiente sicurezza, sembrerebbe probabile che il caso ‘carattere dominante/ruolo sottomesso’ sia la minoranza più consistente tra le due; è altrettanto lecito supporre comunque che entrambe siano significative a livello statistico. Se riguardo ai caratteri coerenti con il ruolo preferito si può ipotizzare che si tratti di una spontanea, diretta manifestazione di sé in un contesto specifico (come lascia supporre il livello di frustrazione, più basso rispetto alla media della popolazione generale), le eccezioni sembrano chiamare in causa fattori complessi e sfumati. Nella maggior parte dei soggetti delle ricerche, è infatti emerso un dato trasversale sia al carattere che al ruolo preferito: presentano tratti riconducibili al narcisismo ed alla dissociazione, sempre in un range di funzionamento normale della personalità. Partendo da questo dato quindi, è possibile formulare l’ipotesi, tutta da verificare ed approfondire, che la preferenza verso un ruolo coerente con la personalità globale rappresenti la realizzazione di una fantasia semplice, che rappresenta il proprio sé in modo diretto, e che si realizza soprattutto per oltrepassare i confini della morale sessuale convenzionale, percepita come troppo limitata ed opprimente; viceversa, nel caso dell’incoerenza carattere/ruolo, è possibile che si tratti di fantasie più complesse, in cui l’inversione di ciò che si è in un ruolo opposto ha carattere compensatorio: chi ad esempio nel quotidiano ricopre un ruolo dirigenziale, con le annesse continue, gravose responsabilità, può trovare liberatorio delegare completamente il controllo al/la partner, almeno nell’ambito sentimentale ed erotico; una dinamica simile può riguardare invece chi, all’opposto, frustrato da un ruolo subalterno nella vita professionale o coniugale, desidera appagare le proprie fantasie compensatorie di controllo e di potere sull’altro in un altro scenario. In entrambi i casi, si potrebbero spiegare in questo modo sia le tendenze narcisistiche che quelle dissociative; se l’ipotesi venisse in futuro indagata e confermata, potrebbe essere altresì interessante verificare se i vissuti relazionali primari, a partire da quelli con i caregiver nell’infanzia, possano avere avuto un’incidenza nello sviluppo dell’una o dell’altra dinamica. Se così fosse, le prime intuizioni psicoanalitiche tornerebbero ad essere utili interpretazioni delle inclinazioni nella sfera ludico-sessuale, scevre però dei connotati patologizzanti che le caratterizzavano.
Tirocinante: Luciano Meoni
Tutor: Fabiana Salucci
Bibliografia:
– Agree, Lena: The Experience of Being in a Long Term, Monogamous, Heterosexual Relationship That Regularly Incorporates BDSM, ProQuest LLC, 2014.
– Connolly, Pamela H.: Psychological Functioning of Bondage/Domination/Sado-Masochism (BDSM) Practitioners, Journal of Psychology & Human Sexuality, Vol. 18(1), 2006, pp.79-120.
– Hébert, Alì; Weaver, Angela: Perks, problems, and the people who play: A qualitative
exploration of dominant and submissive BDSM roles, The Canadian Journal of Human Sexuality 24(1), 2015, pp. 49–62.
– Wismeijer, Andreas A.J.; van Assen, Marcel A.L.M.: Psychological Characteristics of BDSM Practitioners, The Journal of Sexual Medicine, Volume 10, Issue 8, 2013, pp. 1943-1952.
Sitografia: